Maniago (Pn), 19 gen – Sulla realizzabilità della riattivazione
dei servizi di trasporto passeggeri sulla linea ferroviaria 233
Sacile-Gemona “sta alla responsabilità degli amministratori
decidere la priorità delle risorse in modo consapevole rispetto
al ruolo della Regione, la quale non può semplicemente spendere
ma è chiamata a fare investimenti che diventino volano per le
attività pubbliche e private che di questi investimenti si
giovano”.
Con queste parole l’assessore regionale alle Infrastrutture e
Mobilità Mariagrazia Santoro ha concluso a Maniago l’incontro
pubblico di presentazione dello studio di fattibilità predisposto
dalla Società Fuc (Ferrovie Udine e Cividale) sulla linea
ferroviaria. Linea che non è più attiva dal 2012, da quando su
interrotta da una frana all’altezza di Meduno (Pn).
“Prima di disarmare una ferrovia ci penserei due volte”, ha
rilevato Santoro, che ha evidenziato come la Regione abbia
ottenuto l’inserimento dell’offerta tra Sacile e Gemona
nell’accordo quadro con Rfi sulle infrastrutture ferroviarie
regionali. L’assessore ha chiarito che il costo dell’operazione
oscilla tra i 7,5 e i 4,4 milioni all’anno, rispetto agli 1,5
milioni di spesa regionale richiesto dal progetto Micotra
(Miglioramento dei collegamenti trasfrontalieri e di trasporto
pubblico) Udine-Villaco, “che dà grandi soddisfazioni”.
Ai sindaci presenti nell’auditorium del Museo dell’Arte Fabbrile
e delle Coltellerie l’assessore ha pertanto chiesto di “giungere
insieme a una decisione unica”, perché “il punto non è ‘quanto la
Regione ci mette’ ma ‘quanto ognuno di noi ci mette’ per far sì
che ci sia un grande progetto di territorio innervato da questa
linea”. Per questo, ha concluso Santoro, “voglio capire quale
mandato mi dà il territorio”.
Lo studio di fattibilità sulla Sacile-Gemona è stato illustrato
dall’amministratore unico della Società Ferrovie Udine Cividale
Maurizio Ionico. In generale l’obiettivo della riattivazione
della linea è di attrarre e muovere 1,1 milioni di
passeggeri/anno, cifra che rappresenta il potenziale di
riferimento e che tiene conto, oltre al bacino abituale e
pendolare, di quote di riconversione della mobilità
automobilistica, di flussi turistici e del consolidamento della
mobilità treno-bici.
Nelle ipotesi di studio, l’esercizio della linea riattivata può
contare in partenza su un numero di passeggeri che va all’incirca
dai 480 mila agli oltre 200 mila passeggeri, a seconda che si
realizzi la tratta completa Sacile-Gemona o solo la tratta tra
Sacile e Maniago. I tempi di percorrenza, dopo il periodo
iniziale, possono essere abbassati di oltre 5 minuti (tra i 7 e i
10) rispetto all’esercizio attivo fino al 2012. Per i meri costi
di ripristino si dovrebbero spendere rispettivamente 3,5 milioni
sulla linea completa e 1,1 milioni per la sola subordinata
Sacile-Maniago. Ionico ha chiarito che le aziende interpellate
non hanno manifestato uno specifico interesse ad attivare un
trasporto merci sulla linea.
ARC/PPH/RM
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