Trieste: rigassificatore,  Serracchiani “Nessuna intesa per il sì”

Trieste: rigassificatore, Serracchiani “Nessuna intesa per il sì”

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“Non ci sono le condizioni perché la Regione possa esprimere l’intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) sul rigassificatore nel Golfo di Trieste”. Lo ha detto la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani intervenendo questa sera a una tavola rotonda promossa dal Propeller Club Port of Trieste.

Assieme alla presidente, hanno partecipato al confronto i rappresentanti delle istituzioni locali (Provincia e Comuni di Trieste e Muggia), il commissario dell’Autorità Portuale Zeno D’Agostino ed esponenti del mondo marittimo e imprenditoriale.

“La posizione di questa Amministrazione regionale – ha detto Serracchiani – è sempre stata chiara fin dall’inizio, e riconfermata in sede di Comitato Portuale. Non abbiamo pregiudizi di carattere generale nei confronti di opere di questo tipo, ma riteniamo che nel caso specifico il rigassificatore sia incompatibile con i flussi dei traffici portuali, quelli attuali e soprattutto quelli futuri”.

La presidente ha ricordato alcuni tra i principali investimenti previsti nel Porto di Trieste (tra gli altri il raddoppio del Molo VII, la Piattaforma logistica, le opere portuali nell’area della Ferriera di Servola), che porteranno a un notevole incremento dei traffici.

“Il rigassificatore verrebbe quindi a collocarsi – ha sottolineato – in una situazione già oggi estremamente complessa per quanto riguarda la manovra delle navi”.

Serracchiani ha richiamato l’attenzione su altri elementi, che rafforzano la posizione contraria all’impianto nel Golfo di Trieste, su cui fra l’altro c’è piena convergenza con le istituzioni locali e con l’Autorità Portuale: i problemi insorti in sede di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del tracciato del gasdotto a terra, la contrarietà della Repubblica di Slovenia e infine – e soprattutto – la mancanza di un Piano energetico nazionale che indichi la reale necessità di un impianto nell’Alto Adriatico a Trieste, quando altri rigassificatori in Italia operano oggi a regime ridotto.