“Una proposta operativa per la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti nelle grotte carsiche”. È questa la definizione che l’assessore regionale all’Ambiente del Friuli Venezia Giulia Sara Vito ha voluto dare al Documento illustrato quest’oggi, a Trieste, agli amministratori dei territori interessati dalla presenza di rifiuti nelle cavità del Carso.
Attorno al Tavolo, a esaminare una bozza articolata in quattro fasi, i rappresentanti di tutti i Comuni della provincia di Trieste e di quattro Comuni del Goriziano, gli assessori competenti delle Province di Trieste e Gorizia, nonché i rappresentanti dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) del FVG, dell’Azienda sanitaria e della Federazione speleologica regionale.
“Un Tavolo volutamente ampio – ha spiegato l’assessore Vito – poiché la risoluzione del problema richiede un’ampia condivisione”. L’orientamento ha trovato d’accordo gli amministratori locali, pronti ad affrontare un problema pluridecennale che colpisce il territorio.
All’Amministrazione regionale è dunque arrivato un plauso per aver elaborato una proposta tesa a risolvere una questione pluridecennale, sebbene, come è stato evidenziato, appaia inevitabile come il Piano abbia bisogno di ulteriori integrazioni e di un continuo aggiornamento. E proprio per questo motivo Vito ha richiesto la collaborazione dei Comuni, affinché “durante le varie fasi vi sia un continuo monitoraggio della situazione e una pronta comunicazione di eventuali problemi che potranno manifestarsi”.
“L’importante è comunque partire”, ha dichiarato Vito. La prima fase dovrebbe dunque partire subito e vedrà la Federazione speleologica regionale impegnata a stilare una relazione sullo stato di fatto. Da questa prima raccolta di informazioni si procederà alle due fasi successive, durante le quali ARPA e Azienda sanitaria faranno una valutazione dei rischi e di seguito elaboreranno la caratterizzazione dei rifiuti. Un’operazione non facile, tanto da richiedere una forza lavoro idoneamente preparata e l’utilizzo di dispositivi di sicurezza individuale.
Una formazione specifica per i lavori su fune e un adeguato sistema di sicurezza sono previsti anche per l’attuazione dell’ultima fase, durante la quale verranno rimossi e poi smaltiti i rifiuti trovati nelle grotte.
Spetteranno ai Comuni le procedure amministrative per individuare le ditte competenti per il compimento dell’opera. “La Regione comunque non lascerà i Comuni da soli – ha rassicurato Vito – poiché offrirà loro un’assistenza tecnica e in base a una valutazione delle priorità anche una compartecipazione economica”.
L’assessore ha anche invitato a tenere presente che il Piano in questione riguarda l’abbandono di rifiuti che non va frainteso con il problema dell’inquinamento delle matrici ambientali. “Spesso si usano termini non corretti. L’abbandono dei rifiuti è una pratica deplorevole, anche se oggi, per fortuna, meno vasta che in passato. L’inquinamento o la contaminazione è invece un altro tipo di problema che prevede procedure ben differenti”, ha puntualizzato l’assessore, sottolineando come al momento non si evidenzino problemi di inquinamento o contaminazione.