“Quanto, nel nostro tempo, sentiamo il bisogno di avere in mezzo a noi donne e uomini nobili come lo sono stati i santi! Quanto sono preziosi in politica, nell’economia, nella scuola, nel mondo delle comunicazioni, nelle nostre parrocchie, nelle famiglie, tra i sacerdoti!
I santi ci mostrano che la vera nobiltà è quella dell’amore e nasce dal cuore. Questa è la sapienza della vita che essi hanno seguito e che è a portata di ognuno di noi purché purifichiamo i nostri pensieri, desideri e sentimenti lavandoli dentro il Vangelo, dentro la preghiera e dentro la comunione con Gesù nell’eucaristia.
Questa è la sapienza che abbiamo il dovere di insegnare ai figli che aspettano da noi esempi chiari ed affidabili. Se non si vive donando e amando, l’esistenza si svuota di senso; e per fuggire questo vuoto, magari ci si rifugia in giochetti un po’ tristi”.
Questi i passaggi centrali dell’omelia pronunciata oggi, venerdì 1° novembre, dall’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nella solenne celebrazione eucaristica in Cattedrale per la festa di Tutti i Santi.
Mons. Mazzocato ha poi richiamato il senso delle feste che si stanno celebrando: “In questi due giorni la Chiesa ci invita a ricordare i santi e i nostri cari defunti, molti dei quali hanno assomigliato proprio ai santi. Il loro esempio e la loro testimonianza fa sempre bene perché mostra che è possibile vivere un’esistenza bella e realizzata, anche nelle tribolazioni”.
Tra un mese, con l’inizio dell’Avvento, ha annunciato l’Arcivescovo, “cominceremo in diocesi l’Anno della Speranza. Tra i vari sussidi, stiamo preparando un libro con brevi profili di cristiani friulani che hanno speso la vita con la nobiltà dell’amore. Per Natale ne prepareremo uno anche per i bambini perché si innamorino presto di esempi grandi”.
Infine mons. Mazzocato ha lanciato un appello e una preghiera per un profondo rinnovamento del Friuli: “Grazie ai santi si è sempre rinnovata la Chiesa e la società. Preghiamo Maria e i nostri santi per diventare anche noi un po’ più santi purificando il cuore nel sangue di Cristo”.
Testo integrale dell’omelia pronunciata dall’arcivescovo di Udine
nella solennità di Tutti i Santi
(Udine, Cattedrale, 1 novembre 2013 )
Care sorelle e fratelli,
invito ad iniziare la nostra meditazione nella festa di Tutti i Santi ricordando la prima lettura della Parola di Dio che abbiamo ascoltato. È stata letta una delle grandi visioni che San Giovanni narra nel libro dell’Apocalisse. Egli vede il Trono del nostro Dio, con accanto l’Agnello immolato, Gesù risorto con le stigmate della sua crocifissione. Essi sono il centro e il cuore di un’immensa assemblea di donne e uomini in festa, vestiti di bianco e che cantano: “La salvezza appartiene al nostro Dio e all’Agnello”. Giovanni chiede chi siano queste persone così belle e che formano una comunità piena di gioia. Gli viene risposto che sono coloro che hanno attraversato le tribolazioni della vita lavando le loro vesti nel sangue dell’Agnello. Non hanno avuto una vita terrena facile ma di grandi tribolazioni. Ogni giorno, però, hanno purificato non la veste esteriore ma la loro anima, i loro pensieri, desideri e sentimenti dentro l’amore di Gesù che sulla croce si è donato fino all’ultima goccia di sangue. Vivendo così sono diventate persone belle, candide e luminose come Gesù trasfigurato sul monte Tabor.
Questi sono i santi che Giovanni vede riuniti in una grande famiglia di sorelle e fratelli che cantano e si capiscono bene perché parlano tra di loro la stessa lingua: è la lingua dell’amore che hanno imparato giorno dopo giorno rimanendo uniti con la mente e col cuore a Colui che ci ha insegnato l’amore, a Gesù Agnello di Dio immolato per purificare i cuori dei peccatori.
La Sacra Scrittura dà ai santi il titolo di “Uomini nobili”. Nessuno, anche non credente, può negare questo titolo di onore a Giovanni Paolo II o a Giovanni XXIII, che saranno tra poco proclamati santi, o alla beata Teresa di Calcutta o a San Massimiliano Kolbe, martire della carità nell’inferno di Auschwitz. Ed è lunghissimo l’elenco di queste donne e uomini “nobili” proprio come la moltitudine di santi che nessuno poteva contare di cui ci ha parlato l’Apocalisse.
Essi sono passati dentro la storia umana diffondendo attorno a loro pensieri e opere di bene e, spesso, di tanto bene. Hanno speso le capacità, il tempo, le forze e i mezzi che avevano per aiutare le persone, per migliorare il mondo in cui vivevano, sempre con un’attenzione particolare per chi era più povero e sfortunato.
Questa tensione a spendere la vita propria per migliorare un po’ quella dei fratelli, nasceva dal loro cuore, un cuore nobile come il Cuore di Gesù al quale erano uniti ogni giorno con la fede, la preghiera, i sacramenti.
Mi raccontavano di Giovanni Paolo II che, durante i suoi viaggi apostolici, le persone del seguito a volte stavano attente che non si accorgesse subito, quanto entravano in un edificio, che c’era la cappella. Sapevano, infatti, che lui interrompeva il programma e andava a pregare davanti a Gesù presente nell’eucaristia. In questo modo il suo cuore è diventato nobile, lavato nell’amore stesso di Gesù Buon Pastore che cerca ogni pecora.
Quanto, nel nostro tempo, sentiamo il bisogno di avere in mezzo a noi donne e uomini nobili come lo sono stati i santi! Quanto sono preziosi in politica, nell’economia, nella scuola, nel mondo delle comunicazioni, nelle nostre parrocchie, nelle famiglie, tra i sacerdoti!
Il santi ci mostrano che la vera nobiltà è quella dell’amore e nasce dal cuore. Questa è la sapienza della vita che essi hanno seguito e che è a portata di ognuno di noi purché purifichiamo i nostri pensieri, desideri e sentimenti lavandoli dentro il Vangelo, dentro la preghiera e dentro la comunione con Gesù nell’eucaristia.
Questa è la sapienza che abbiamo il dovere di insegnare ai figli che aspettano da noi esempi chiari ed affidabili. Se non si vive donando e amando, l’esistenza si svuota di senso; e per fuggire questo vuoto, magari ci si rifugia in giochetti un po’ tristi.
In questi due giorni la Chiesa ci invita a ricordare i santi e i nostri cari defunti, molti dei quali hanno assomigliato proprio ai santi. Il loro esempio e la loro testimonianza fa sempre bene perché mostra che è possibile vivere un’esistenza bella e realizzata, anche nelle tribolazioni.
Tra un mese, con l’inizio dell’Avvento, cominceremo in diocesi l’anno della speranza. Tra i vari sussidi, stiamo preparando un libro con brevi profili di cristiani friulani che hanno speso la vita con la nobiltà dell’amore. Per Natale ne prepareremo uno anche per i bambini perché si innamorino presto di esempi grandi.
Grazie ai santi si è sempre rinnovata la Chiesa e la società. Preghiamo Maria e i nostri santi per diventare anche noi un po’ più santi purificando il cuore nel sangue di Cristo.