Nella tarda serata di sabato 28 maggio sulle pendici del monte Lovinzola di Verzegnis (Ud) è stato catturato un orso di 189 chili che si distingue per un pelo chiarissimo, color beige. Le analisi genetiche lo dovranno confermare, ma quasi certamente si tratta di M4, orso proveniente dal Trentino, dove è nato nel 2008, fratello di M3, esemplare dal mantello bianco, molto noto a Trento; entrambi sono figli dell’orsa KJ2. L’orso è stato catturato da un team dell’Università di Udine, da agenti della Polizia della Provincia di Udine e da volontari dell’associazione Il Villaggio degli orsi, con il supporto del Corpo Forestale regionale e delle locale riserva di caccia di Verzegnis.
L’animale è entrato verso le 22 nella gabbia che si è chiusa automaticamente e è stato quindi immediatamente sedato, sottoposto a vari prelievi di pelo e sangue e pesato. È stato quindi dotato di collare satellitare. Verso l’una del mattino l’animale si è risvegliato e ha incominciato a mettersi in cammino: all’alba del 29 maggio, era nel versante ovest ad oltre 1600 metri di quota del Lovinzola nella Val di Preone, dove, in un luogo riparato, ha trascorso la giornata di domenica.
La dotazione di un collare satellitare permetterà di monitorare M4 (o, se altrimenti confermato dalla genetica, suo fratello M3) per un massimo di 18 mesi. In questo modo si cercherà di capire e conoscere le più nascoste abitudini di questa specie e di questo individuo in particolare, oltre che di prevenire danni al patrimonio zootecnico.
«Il collare satellitare di cui è dotato – spiega Stefano Filacorda, ricercatore che dirige e coordina gli studi sulla fauna selvatica per l’Università di Udine – permette, attraverso il sistema GPS, di fare un punto di localizzazione all’ora e quindi questo viene inviato a cadenza di ogni sette ore, attraverso un sistema telefonico alla base operativa dell’Università di Udine. Il collare ha dei sensori che permettono di rilevare i movimenti della testa e la temperatura corporea ed è dotato di un sofisticato sistema di distacco automatico, sia a tempo, previsto tra 18 mesi, che con impulso a distanza».
Se, come gli studiosi dell’ateneo di Udine sono già convinti, si tratta di M4, si ricomporrebbe la sua storia. «Nel corso del 2014 – ricorda Filacorda – aveva imperversato nella zona di Asiago, dove era stato rinominato Genè o “il biondo” per i peli chiari che lasciava presso le predazioni. Qui aveva predato oltre 29 tra vitelli e manze, creando molte situazioni di conflitto con gli allevatori locali che avevano portato le autorità regionali a decidere di catturalo, e vi erano state anche richieste di abbattimento». Ad inizio 2015 M4 era scomparso per lasciare tracce in Val Sugana.
«Da quel momento – prosegue Filacorda – si era incominciata a ipotizzare la sua morte per bracconaggio. Ma probabilmente M4 si era spostato verso est e, a inizio estate 2015, era giunto in Carnia, dove aveva colpito molte arnie di apicoltori del luogo, soprattutto nella zona di Preone, Verzegnis e Socchieve, e nel corso della scorsa settimana ad Ampezzo, senza però mai fare danni al patrimonio bovino ed ovicaprino».
Tra catture e ricatture, questo orso è il sesto orso che viene catturato dall’Università di Udine in collaborazione con la Provincia di Udine: due nel 2007, e poi successivamente dal 2013 uno per anno: l’orso Madi lungo il gran Monte; l’orso Alessandro nel 2014 e nel 2015 la ricattura dell’orso Madi sulle pendici del Cansiglio. «Come da tradizione da parte dell’Università di Udine – dice Filacorda -, l’orso è stato rinominato in relazione alle persone o tecnici che ne hanno determinato la cattura con il loro impegno: il suo nome è “Francesco”».
Il gruppo di cattura era costituito da: Andrea Madinelli, Stefano Filacorda e Stefano Pesaro dell’Università di Udine; Carlo Cussigh e Mauro Azzini del Corpo Polizia Locale Provinciale della Provincia di Udine. Hanno dato supporto Francesco Bertolini, Francesco Rovedo, Andrea Vendramin, Fulvio Genero, dottorandi e tirocinanti post laurea dell’Università di Udine e Sara Vezzaro e Silvia Del Bianco dell’Associazione il Villaggio degli orsi. Il supporto logistico precattura è stato fornito dagli ispettori Machin e Cimenti e dai loro colleghi delle Stazioni Forestali di Tolmezzo e di Ampezzo, oltre che dalla riserva di caccia di Venzone, che per oltre un anno ha fornito anche informazioni sui movimenti di questo individuo.