Si dicono pronti a lasciare la strada provinciale Osovana in favore della A23, a patto però che la Regione o chi per essa garantisca loro la compensazione di ogni spesa. Il cambio deve essere però a saldo zero. Su questo punto non transigono gli autotrasportatori di Confartigianato-imprese Udine. La categoria ha già pagato cara la crisi che unitamente alla concorrenza sleale dei Paesi dell’Est l’ha ridotta allo stremo, non in condizione di sopportare altri oneri. L’ammonizione arriva dal Capocategoria provinciale degli autotrasportatori di Confartigianato imprese Udine, Stefano Adami, relativamente all’ipotesi di spostare il traffico pesante dall’Osovana in autostrada per restituire vivibilità e sicurezza al centro di Pagnacco che sopporta il passaggio annuo di qualcosa come 5 milioni di mezzi tra auto e tir. Valutando impossibile la realizzazione di una circonvallazione del centro o di una viabilità alternativa a quello, la Prefettura di Udine di concerto con il Comune di Pagnacco e l’assessorato regionale alla viabilità ha chiesto al ministero la possibilità d’indirizzare i mezzi in autostrada ottenendo in risposta un semaforo verde che ha dato il La al censimento dei mezzi segnatamente a provenienza e destinazione. Se l’operazione andrà in porto, per evitare l’Osovana gli autotrasportatori saranno costretti a prendere l’autostrada: entrando al casello di Gemona, se provenienti da nord, viceversa a quello di Udine. Costo della tratta per veicoli della massima portata (5 o più assi): 3,5 euro. “Ciò significa – per chi fa la tratta più volte al giorno – un discreto aumento delle spese che certamente non verrà riconosciuto dalla committenza e che dunque deve essere assorbito dalle istituzioni”. Adami allarga la panoramica e rincara la dose. Molti sindaci impongono limiti sempre maggiori ai veicoli di grosse dimensioni nei centri cittadini e orari ristretti per le operazioni di carico e scarico. Questo, oltre all’aumento dei costi, comporta problemi di non poco conto. Pensiamo all’approvvigionamento di generi alimentari da parte degli esercizi commerciali: accade anche che per questioni di traffico un mezzo non riesca ad entrare negli orari previsti e l’approvvigionamento deve essere rimandato in altra fascia oraria. O addirittura il giorno dopo. Comprendiamo le esigenze dei centri abitati, ma gli amministratori – conclude il capo categoria- cerchino anche di non dimenticare le nostre”.
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