“Ahh! ahh! Aiuto, Luca, aiuto…”. Sono le urla strazianti di richiesta di soccorso lanciate da Lisa Puzzoli mentre l’ex compagno, Vincenzo Manduca la sta aggredendo e accoltellando. Era il 7 dicembre 2012 e a “catturarle” fu il cellulare della ragazza, che registrava tutte le conversazioni con il macellaio di Santa Sofia di Forlì, dal quale all’epoca aveva avuto una figlia di due anni. La registrazione cattura la conversazione intercorsa tra i due, seguita dalla colluttazione, le urla di dolore.
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L’audio è stato ascoltato in aula il 21 gennaio 2014 alla prima udienza del processo apertosi a carico di Manduca in Corte d’assise in Tribunale a Udine. L’uomo, oggi 29enne, è imputato per omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dall’aver ucciso la vittima dopo uno stalking effettuato per un periodo. Manduca ammazzò la ex convivente con nove coltellate nel cortile di casa. L’ascolto in aula ha raggelato i presenti. Lo stesso Manduca si è coperto le orecchie e ha abbassato la testa, rimanendo in silenzio. La registrazione comincia fin dal primo scambio di battute appena percettibile tra i due, tanto che per facilitare l’ascolto in aula è stata fornita ai giudici, due togati e sei popolari, una trascrizione della conversazione. Manduca attira Lisa in cortile con la scusa di un problema sull’assegno di mantenimento della piccola nata dalla loro relazione. Le chiede di firmare alcuni documenti. Lei acconsente. “Dammi che ti firmo. Ti firmo tutto”, gli dice invitandolo a passarle le carte dalle grate del cancello. Ma lui rifiuta “non ti do i miei documenti per non vederli mai più”. Dunque, la convince ad aprire un secondo cancello. La conversazione prosegue tranquilla e apparentemente incentrata sull’assegno. Si sentono due auto transitare nei pressi e poi, all’improvviso, le grida di dolore della ragazza che invoca l’aiuto del fratello Luca rimasto sull’uscio di casa. Il ragazzo corre in strada, ha una colluttazione con Manduca; si riconosce il rombo di un motore, l’auto sportiva di Manduca che va via. A quel punto sono riconoscibili i passi di Luca Puzzoli che ritorna verso casa e chiama la sorella: “Lisa, Lisa”. Soltanto in quel momento si accorge che la ragazza ha il coltello ancora conficcato nella schiena: “Oddio! Oddio! Aiuto!!!” urla, disperato. Subito dopo, Luca chiama in soccorso un vicino e il 118, ma la sorella è già morta. Oggi in aula il giovane ha ripercorso quanto avvenuto quella sera: “Non capivo cosa stava succedendo. Li sentivo parlare tranquillamente poi a un certo punto Lisa si è girata verso di me e l’ho sentita gridare ‘Luca aiuto!’, poi è caduta a terra. Credevo l’avesse picchiata, era buio non vedevo bene. Sono corso fuori. Ho avuto una colluttazione con Manduca. Quando sono rientrato mi sono accorto che mia sorella aveva un coltello conficcato nella schiena