A Udine Bunker, rifugio dell’arte

A Udine Bunker, rifugio dell’arte

Inaugura il 14 aprile nella galleria dello Make Spazio Espositivo di Udine (via Manin 6/A) il progetto artistico e divulgativo curato da Arianna Romano e dall’Associazione Espressione Est APS, dedicato al tema della gentrificazione.

Bunker: rifugio dell’arte è il titolo dell’iniziativa articolata in performance, installazioni e una conferenza spalmati nell’arco di un mese e mezzo tra Udine e Trieste che concretizza il progetto incentrato sul tema della gentrificazione con il caso studio di Berlino ideato dalla stessa associazione a partire dal 2022 con incontri, proiezioni e ospiti.

Il 14 aprile alle ore 18 si terrà al Make Spazio Espositivo l’inaugurazione del progetto. La galleria ospita fino al 22 aprile l’anteprima della mostra con l’installazione temporanea di videoarte Gentrification: Chronicles of Resistance communities threatened by displacement che intreccia il passato ed il futuro di una metropoli ideale, simbolo di diversi luoghi nel mondo e centro del tema trattato nel progetto che riflette sul tema della gentrificazione e sulle conseguenze sociali del riuso della architetture. L’evento espositivo, accompagnato da pannelli fotografico – testuali, lavora sull’immaginario del rifugio (antiaereo per la Seconda Guerra Mondiale e antiatomico per la Guerra Fredda) come luogo di “resistenza” della cultura e dell’arte di fronte ad una società sempre più effimera e superficiale.

L’installazione di videoarte verrà allestita nuovamente, sempre a Udine, il 23 aprile all’interno del Bunker antiaereo di Piazza Primo Maggio (e dal 12 maggio al 4 giugno a Trieste nel bunker Kleine Berlin di via Fabio Severo) dove sarà accompagnata da una coinvolgente performance dal vivo con azione scenica eseguita da una attrice/ performer (la performance verrà eseguita anche il 28, 29, 30 aprile e il 6, 7 maggio alle 18).

La performance

La performance è funzionale e direttamente connessa all’opera di videoarte proiettata sulla parete retrostante/adiacente la performer. Tramite programmi di disegno e animazione digitale vi si vede  illustrata l’evoluzione di alcune zone della città con un timelapse che ne mostra la trasformazione nel tempo. Le immagini – a cura di Gabo Antonutti, regista e videomaker di Aeten Production e Cristiano Antonutti, architetto e visual artist – partono da zone reali e riconoscibili della città di Berlino fino ad arrivare ad una città immaginaria, simbolo di molte città nel mondo, che appunto divengono nel tempo metropoli uniformi ed anonime. Vengono evidenziate anche le trasformazioni della popolazione connesse al fenomeno, sempre con la costruzione virtuale di personaggi. L’animazione vuole enfatizzare il fenomeno della gentrificazione applicata ad una metropoli contemporanea come Berlino, la quale viene progressivamente privata delle proprie identità culturali underground per diventare una città omologata ed effimera.