Udine: collaborazione transfrontaliera per 107 studenti

Udine: collaborazione transfrontaliera per 107 studenti

Per tre mesi hanno parlato lingue straniere, conosciuto culture e realtà diverse, confrontandosi con coetanei sui banchi di scuola e anche a casa. E accaduto a 107 studenti dai 16 ai 18 anni della macroregione Adriatico Ionica grazie al progetto Kepass (Knowledge Exchange Programme for the Adriatic School System), un programma transfrontaliero dell’Adriatico IPA –  guidato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, con Informest come assistenza tecnica e coordinamento della partnership progettuale – nato per favorire l’integrazione europea attraverso il mondo della scuola.

L’iniziativa prevedeva la mobilità incrociata di 27 scuole superiori di paesi che si affacciano sul mare Adriatico (Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro, Albania e Italia); ogni scuola ha attivato un tutor didattico e uno di mobilità, per un totale di 54 tutor; coinvolti anche tutti gli insegnanti delle classi in cui sono stati inseriti gli studenti. Oltre 400, in totale, i docenti che hanno collaborato al processo apprendimento nelle sette regioni partecipanti, superiore a mille il numero di studenti delle scuole partecipanti che hanno condiviso il percorso di quelli in “mobilità”.

Il progetto, di cui è lead partner la Regione Fvg, ha coinvolto numerosi soggetti tra cui il Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico di Trieste, la Regione Marche, l’Agenzia per i servizi educativi del Montenegro, il Ministero per l’Educazione del cantone Erzegovino-Neretva della Bosnia-Erzegovina, la Regione croata dell’Istria, l’Agenzia albanese di sviluppo Auleda di Valona e l’Istituto per l’Educazione nazionale della Repubblica Slovena. Nel corso della conferenza finale, che si è tenuta in questi giorni a Senigallia, sono state definite le modalità operative e i criteri di valutazione per i futuri programmi di scambio di studenti e insegnanti tra le scuole che intendono aderire al Kepass nel prossimo periodo di programmazione comunitaria 2014-2020.

Gli studenti hanno seguito le lezioni nella scuola ospitante assistiti da tutor esperti,sia per gli aspetti educativi che extra-curriculari, ospitati presso convitti, residenze o altre strutture messe a disposizione dalla scuola ospitante. I costi di viaggio e di permanenza sono stati interamente coperti dal progetto. Il periodo trascorso in un altro istituto è stato riconosciuto in termini di crediti e ha creato, al rientro degli studenti presso la scuola di appartenenza, un reale valore aggiunto per  i partecipanti.Un’esperienza formativa che ha anche stimolato ad instaurare profonde amicizie.

Il progetto era partito ad ottobre 2012 con un primo lancio, nel 2013 sono state selezionate le scuole da accreditare nel programma di mobilità, con relativi incontri con i presidi; nel 2014 sono stati formati gli insegnanti (due per scuola) e selezionati gli studenti. La mobilità è durata da settembre a dicembre 2014, il percorso si chiuderà ad agosto di quest’anno. All’Ufficio scolastico regionale del Friuli Venezia Giulia è stato affidato l’incarico per tutti gli aspetti didattici relativi all’organizzazione del programma di mobilità. In Friuli Venezia Giulia sono state accreditate 5 scuole: il liceo scientifico“France Prešeren” di Trieste, il Convitto “Paolo Diacono” di Cividale del Friuli, il liceo“Caterina Percoto” di Udine, l’Educandato “Collegio Uccellis” di Udine, il liceo umanistico “S. Gregor?i?” di Gorizia.

“Il progetto ha contribuito ad aumentare le connessioni e le relazioni tra il sistema di istruzione e il mercato del lavoro dell’area adriatica, afferma il Presidente di Informest, Enrico Bertossi -. Vivere lontano dalle famiglie, affrontare le difficoltà in maniera autonoma, frequentare lezioni in altra lingua, condividere emozioni con i coetanei ha fatto maturare i ragazzi rendendoli più forti e più pronti ad affrontare il mondo che li circonda. Aver dato la possibilità a questi giovani di realizzare un’esperienza di tale intensità è stato il maggior motivo di orgoglio del gruppo di lavoro. Tutti nel mondo della scuola dovrebbero riflettere su questi risultati per sviluppare una visione più ampia dell’insegnamento incentrato non solo sulle nozioni e sulle conoscenze ma soprattutto sulle effettive competenze”.