Udine: con la riforma Gelmini chiudono 14 elementari

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I tagli al personale della riforma Gelmini? In Friuli Venezia Giulia la Regione li risolve con l’introduzione di un parametro che prevede la presenza di almeno 10 classi (ovvero due sezioni complete, dalla prima alla quinta) in ogni scuola dei Comuni con più di 10 mila abitanti. Risultato? A Udine due terzi delle scuole primarie, pari a ben 14 plessi scolastici sui 21 esistenti, dovrebbero essere chiuse. Una chiusura che riguarderebbe complessivamente il 53% degli alunni che frequentano le scuole udinesi (ben 1.778 su 3.356 alunni). Il condizionale è d’obbligo perché il Comune di Udine non ci sta e la giunta ha deliberato di proporre alla Provincia di istituire un tavolo di lavoro insieme anche a Regione e Ufficio scolastico provinciale con lo scopo di favorire e facilitare la stesura di un Piano per il dimensionamento scolastico della città di Udine, trovando un modello di razionalizzazione della rete scolastica che integri quello proposto dalla Regione con ulteriori parametri e che permetta di non chiudere nessuna scuola.

Il Piano, inoltre, deve essere riferito all’intero sistema scolastico del Comune, e non solo alle scuole primarie e deve essere condiviso dai Comuni limitrofi (il 15% circa degli studenti delle scuole udinesi infatti provengono dai Comuni dell’hinterland, visto che molti genitori lavorano a Udine e preferiscono iscrivere i figli negli istituti del capoluogo friulano), le istituzioni scolastiche, i rappresentanti dei genitori e le organizzazioni sindacali. L’Amministrazione comunale, infine, ha deciso l’organizzazione e la convocazione urgente di una conferenza di servizio permanente con i dirigenti scolastici per esaminare insieme la questione. “La proposta che viene dalla Regione di chiudere 14 scuole mi sembra assolutamente irricevibile come sindaco e come cittadino – dichiara il sindaco Furio Honsell -. Ciascuna di queste ha oltre 100 allievi e da tempo abbiamo dichiarato l’importanza delle scuole di quartiere per consolidare il tessuto cittadino, ridurre il traffico e l’inquinamento derivante da spostamenti inutili. Tutte queste sono scuole qualità e hanno una loro tradizione. L’ammassamento degli alunni per classe è l’ennesima conseguenza della sconsiderata azione del governo nei confronti del sistema scolastico”. “A Udine – evidenzia Kristian Franzil, assessore all’Istruzione – è impossibile arrivare ad una razionalizzazione semplicemente istituendo un parametro che, per essere applicato, presuppone che gli edifici scolastici siano tutti o in gran parte sovradimensionati rispetto al numero effettivo di alunni che accolgono”.

Le 14 scuole che non superano al soglia del parametro introdotto dalla Regione e che di conseguenza dovrebbero essere chiuse sono tre del 1° circolo (“Dante Alighieri”, “Negri” e “Garzoni”), quattro del 2° circolo (“Di Toppo Wassermann”, “Pascoli”, “Orlandi” e “De Amicis”), quattro del 3° circolo (“Nievo”, “Mazzini”, “Zorutti” e “Girardini”) e tre del 4°circolo (“S. Domenico”, “Fruch” e “Carducci”). Di queste, quattro (“Negri”, “Orlandi”, “Nievo” e “Carducci”) hanno in realtà soltanto una classe in meno su quelle previste (ovvero 9 su 10): una differenza minima che potrebbe essere recuperata in uno o due anni. I plessi che vengono definiti sottodimensionati dal parametro regionale, in realtà hanno 19 alunni in media per classe, ben oltre quindi la soglia minima di 15 alunni prevista dal dpr 81/2009: un ulteriore dato a conferma delle insormontabili difficoltà che insorgerebbero a causa della chiusura dei plessi.