I due documenti che il Comune di Udine ha consegnato oggi al ministro Kyenge durante il convegno svoltosi nel salone del Parlamento sul colle di Udine e intitolato “UdineOggi, prospettive di inclusione in comune”.
“Strategie locali per prospettive nazionali – dichiara l’assessore comunale ai Diritti, Antonella Nonino – piccole indicazioni, a partire dalla nostra esperienza di enti locali, per suggerimenti di adeguamenti normativi nazionali”.
In allegato dunque la carta di Udine con queste indicazioni dal punto di vista normativo per l’inclusione dei cittadini stranieri e la carta dello Sport con altrettanti suggerimenti normativi.
“La carta dello sport consegnata alla Ministro – dichiara l’assessore comunale all’Istruzione e allo Sport, Raffaella Basana – è un documento per la promozione dei valori di integrazione dello sport e di cui suggeriamo l’adozione a livello nazionale. Siamo convinti infatti che sia necessario promuovere e sostenere progetti che favoriscano l’integrazione delle nuove generazioni valorizzando anche il linguaggio motorio”.
(Foto Stefano Zucchini)
CARTA DI UDINE: STRUMENTI LOCALI PER STRATEGIE NAZIONALI
Il Comune di Udine, al pari della Provincia e della Regione Friuli Venezia Giulia, è un territorio che da terra di emigranti è divenuto nuova patria per tanti cittadini di altri Paesi. La percentuale di cittadini stranieri, regolarmente residenti sul territorio comunale è pari al 13,5%. Dobbiamo ritenerci soddisfatti del lavoro fatto dalle amministrazioni, arricchito da un territorio forte e tenacemente accogliente. Di questa città sono le esperienze di Casa dell’Immacolata di Don Emilio De Roja per l’integrazione dei giovani devianti, della Comunità Piergiorgio sulla disabilità, del Centro Balducci per l’accoglienza di cittadini stranieri, e di tante altre esperienze, sperimentazioni rivolte all’inclusione sociale. Udine inoltre come capoluogo di Provincia in una Regione già multiculturale e arricchita dal valore del plurilinguismo.
Il Comune di Udine, inoltre, fu tra i primi Comuni d’Italia a sperimentare attraverso il Centro di Ascolto del 1991, una serie di servizi dedicati alla cittadinanza straniera. Nel 1992 fu tra i primi ad attivare i servizi di mediazione culturale presso gli uffici pubblici e, nel corso dell’emergenza nei Balcani, si distinse per la volontà di creare progettualità di accoglienza sul territorio dei profughi, sperimentando per primo forme di accoglienza diverse da quelle proposte.
Una modalità operativa che, fin dalle origini, ha visto la stretta e feconda collaborazione tra l’Ente locale e i soggetti del terzo settore. Come Comune di Udine non abbiamo mai accettato che per trattare il tema immigrazione si passasse attraverso semplificazioni, approssimazioni o, peggio ancora, discriminazioni.
Con questo bagaglio di esperienze, e forti della condivisione con la Regione Friuli Venezia Giulia al momento della promulgazione della legge 5/2005 riteniamo fondamentali alcune indicazioni, che proponiamo alla Sua attenzione:
1- Il ruolo del Ministero per l’Integrazione, in considerazione della evidente attenzione dimostrata per le esperienze locali, può avere l’insostituibile ruolo di fornire chiare e precise indicazioni affinché tutte le Regioni si dotino di strumenti normativi, finalizzati alle strategie di inclusione nei settori ritenuti prioritari (Scuola, sanità, avoro, welfare). Tali indicazioni consentirebbero, finalmente, un confronto tra le normative Regionali, evitando disparità di trattamento tra Regioni diverse.
2- In merito alla promozione di norme regionali dedicate, il modo migliore per tutelare le specificità delle Regioni e di tutti i territori passa proprio attraverso il metodo di promulgazione delle leggi stesse. Noi in Friuli Venezia Giulia lo avevamo provato: la condivisione tra Enti locali e soggetti del territorio di comprovata esperienza è una strategia fondamentale per calare nella realtà le norme e per ottimizzare le risorse. Per questo chiediamo che l’indicazione Ministeriale preveda il confronto tra Enti locali e soggetti del Terzo Settore.
3- Un’azione significativa, inoltre, sarebbe quella del passaggio delle competenze istruttorie dalle Questure ai Comuni in materia di rilascio o rinnovo del Permesso di Soggiorno. Tale passaggio, riconosciuto come utile da tutti i soggetti, consentirebbe ai Comuni di svolgere al meglio i controlli di natura burocratica e amministrativa, rafforzando il ruolo proprio delle Questure in materia di controllo e sicurezza del territorio.
4- In materia di welfare assistiamo, troppo spesso impotenti, ai drammi che segnano i nostri territori. Sui cittadini stranieri vi è inoltre uno sconfortante fenomeno, la costrizione allo sradicamento, di quanti, giunti in Italia nel corso degli anni ’90, per il lavoro, attualmente si trovino nelle stesse condizioni dei cittadini stranieri appena arrivati in Italia. Si tratta di famiglie, nuclei formatisi in Italia, con figli nati sul territorio, ragazzi che mai hanno avuto rapporti con il Paese di provenienza. Riteniamo che la permanenza in una condizione di sradicamento sia un grosso rischio, per tutta la società. Sono cittadini che anche se perdessero il titolo di soggiorno a seguito della disoccupazione, rimarrebbero sul territorio, come irregolari, privi di qualunque possibilità di ricostruzione di una vita lavorativa.. Riteniamo importante che vi sia un consolidamento di quella che è l’immigrazione considerata stabile, l’immigrazione per il lavoro, per lo studio che è cominciata negli ultimi 20 anni. Con questa finalità risulta fondamentale il potenziamento di risorse collegate alla scuola, per avere una generazione di cittadini consapevoli, integrati e non nel bilico dello sradicamento.
5- In materia di richiedenti asilo politico riteniamo fondamentale che si sospendano le continue progettualità legate alle emergenze. Progettualità di basso profilo, che non consentono di attivare percorsi di inclusione nemmeno per i riconosciuti rifugiati. Consapevoli che il tema è di portata internazionale, chiediamo che le valutazioni sulle accoglienze nei territori, ricadano solo su progettualità di inclusione e non sulla ricerca del solo posto letto, lasciando i Comuni ospitanti nelle difficoltà di gestione dei fenomeni.
6- Come Comune capoluogo di una Provincia attraversata da un confine, chiediamo che vi sia attenzione ai flussi provenienti anche da questo confine, poiché si registra in crescendo, una forte presenza di richiedenti asilo politico che non riesocno ad accedere ai posti SPrar e che rimangono a tempo indefinito sul territorio.
Sei punti rappresentativi di 6 esigenze fortemente sentite dal territorio, dagli Enti locali e dai soggetti del terzo settore.
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CARTA SPORT
Premessa
L’Unione Europea 11luglio 2007 attraverso il Libro Bianco sullo Sport sancisce il ruolo sociale dello sport e in particolar modo propone di utilizzare il potenziale dello sport per l’inclusione sociale, l’integrazione e le pari opportunita? con azione concrete da parte di tutti gli stati membri.
“Lo sport contribuisce in modo significativo alla coesione economica e sociale e a una societa? piu? integrata. Tutti i componenti della societa? dovrebbero avere accesso allo sport: occorre pertanto tener conto delle esigenze specifiche e della situazione dei gruppi meno rappresentati, nonche? del ruolo particolare che lo sport puo? avere per i giovani, le persone con disabilita? e quanti provengono da contesti sfavoriti. Lo sport puo? anche facilitare l’integrazione nella societa? dei migranti e delle persone d’origine straniera, e sostenere il dialogo interculturale.
Lo sport promuove un senso comune di appartenenza e partecipazione e puo? quindi essere anche un importante strumento d’integrazione degli immigrati. Per questo, e? importante mettere a disposizione spazi per lo sport e sostenere le attivita? relative allo sport, affinche? immigrati e societa? di accoglienza possano interagire positivamente.”
La città di Udine, conscia del valore intrinseco dello sport e della sua valenza sociale, al fine di perseguire i valori espressi dal Libro Bianco sullo Sport propone una carta etica per promuovere l’inclusione attraverso lo sport e l’accesso alla pratica sportiva.
La Carta dell’integrazione attraverso lo sport.
Art.1
Lo sport è gioco e come tale genera felicità e la felicità è un diritto di tutti.
Art. 2
Lo sport deve accogliere tutti gli individui, di qualsiasi provenienza e genere.
Art. 3
Lo sport attraverso i suoi valori di lealtà e rispetto delle regole genera fiducia e favorisce la conoscenza, la socializzazione, l’integrazione e la coesione sociale anche tra persone di diverse origini culturali.
Art. 4
La città di Udine si impegna a promuovere un tavolo di dialogo tra tutti i soggetti dello sport (Federazioni, Coni, Enti di Promozione Sportiva) e le associazioni di migranti, nonché le reti associative delle seconde generazioni
al fine di arrivare ad un completo abbattimento delle barriere di accesso alla pratica sportiva di base e dilettantistica in particolare per alcuni soggetti
(seconde generazioni, rifugiati, richiedenti asilo, donne migranti, minori non accompagnati)
Art. 5
La città di Udine promuove la cultura dello sport e dei valori dello sport attraverso programmi di educazione alla mondialità e all’intercultura attraverso lo sport
sia nelle scuole, sia nelle società sportive.