Una serata importante per diverse ragioni: primo perché portare le canzoni e la storia di Brassens per la prima volta da Caucigh, è importante, secondo perché farlo fare da musicisti triestini, in dialetto triestino… è coraggioso. Ma noi, come il libertario Brassens… non vediamo confini.
Caffè Caucigh Udine Venerdì 8 aprile BENNI PARLANTE canta Brassens
Le canzoni del cantautore francese Georges Brassens
saranno proposte in una versione assolutamente inedita,
in dialetto triestino, da Benni A. Parlante (chitarra e voce)
accompagnato da Roberto Franceschini (basso) e Denis “Kiki” Beganovic (trombone).
“Georges Brassens: il più difficile da tradurre, il più tradotto nel mondo”, così affermava Nanni Svampa, tra i maggiori traduttori di Brassens in Italia (prima in dialetto milanese e poi in italiano). L’interprete e traduttore italiano più famoso è senza dubbio Fabrizio De André, per il quale il cantautore francese rappresentava un modello sia dal punto di vista artistico che umano: “Brassens per me è stato un mito, come artista e come uomo – diceva De André – mi sono accostato all’anarchismo per merito suo, perché avevo di fronte non pura teoria, ma un esempio vivente”. Un esempio che evidentemente ha catturato anche l’attenzione di Benni, musicista triestino che si è lanciato con entusiasmo nell’inedita impresa di tradurre i brani di Brassens nel proprio dialetto, per poterli portare nelle nostre strade, piazze e osterie. Dopo essersi dedicato a lungo alla musica brasiliana, in gran parte suonando strumenti a percussione (è tra i fondatori della batteria di samba Banda Berimbau), Benni rispolvera chitarra e corde vocali per presentare il nuovo repertorio brasseniano in chiave tipicamente “patocca” che tra breve sarà raccolto anche in un album, attualmente in corso di registrazione. E’ stata la collaborazione con il cantautore Carlo Ghirardato a proiettare Benni nel repertorio di Fabrizio De André, del quale Ghirardato è tra i più apprezzati interpreti in Italia, offrendogli l’opportunità di avvicinarsi alla musica di Brassens. “Tra gli interpreti di Brassens che mi hanno influenzato maggiormente – precisa Benni – un posto d’onore spetta ad Alessio Lega, brasseniano genuino e profondo conoscitore della canzone d’autore francese di cui è sapiente traduttore e interprete: la sua opera, sia scritta che cantata, ha senz’altro orientato in modo determinante la mia avventura brasseniana”. Tra le altre grandi interpretazioni di Brassens, oltre a quelle dei citati De André e Svampa, è doveroso ricordare le versioni italiane di Beppe Chierici (fin dagli anni ’70) e quelle recentissime e particolarmente raffinate di Alberto Patrucco, ma anche le originali proposte in dialetto di Fausto Amodei, in piemontese, e del carnico Giorgio Ferigo con il suo album “Jerbata” in friulano.
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