riceviamo e pubblichiamo da Luca Dordolo
Si tranquillizzino Alice Concollato e l’isterica lobby gay del PD regionale, il mio tweet non attacca
il sacrosanto diritto di ogni individuo di gestire la propria sessualità come meglio crede, né tanto
meno la criminalizza o vorrebbe negargli l’opportunità di candidarsi a qualsivoglia carica politica
od istituzionale. Il mio “cinguettio” era diretto a quel partito che vorrebbe indicarsi come
democratico e che, pur avendo ancora un certo consenso in città e nel Paese, non trova di meglio
che candidare nelle proprie liste comunali, figure della società marginali e border-line. Se il PD
infatti ritiene di dare in questo modo visibilità a minoranze residuali, magari anche nel rispetto di
culture e tradizioni esterne ed estranee, che non appartengono cioè alle nostre terre ed ai nostri
costumi, chi può impedirgli di candidare soggetti che, per retaggio tribale delle zone di provenienza,
ammettono ancora pratiche medioevali come quella dell’infibulazione o dei matrimoni con sposebambine?
Nessuna istigazione all’omofobia ed al razzismo quindi, ma l’invito ad una riflessione
seria sulla rappresentanza popolare corre d’obbligo soprattutto dopo che, a seguito di una proposta
del PD, è stata nominata Presidente della Camera, altissima carica istituzionale, una parlamentare
che non rappresenta più del 3% del voto popolare. Per quanto mi riguarda ed in risposta agli auspici
di Aziz, non avendo mai commesso peculato, concusso, od altri reati, contrariamente a quanto si
apprende dalle cronache sugli eletti del suo e degli altri maggiori partiti regionali, ho espresso
chiaramente ed in tempi non sospetti, la volontà di non ricandidarmi, in attesa di un cambiamento
epocale ed etico della politica a tutti i livelli. Non saranno certo però nè lui, né il PD, né tanto meno
le lobby gay di quel partito, ad impedirmi di esprimere liberamente le mie opinioni come i diritti
costituzionali del mio Paese ancora mi garantiscono.