Duecento anni di storia rischiano di frantumarsi, spazzati via dalle future 17 realtà amministrative che soppianteranno l’Ente Provincia. Sono preoccupato per il rischio di veder sgretolarsi quel sentimento identitario friulano che si rispecchia proprio nell’Ente eletto direttamente dai cittadini che, come confermato anche in un recente sondaggio commissionato dall’UPI, proiettano il valore dell’appartenenza proprio nelle Provincie: per il 55 per cento dei cittadini del Friuli Venezia Giulia, infatti, l’abolizione delle Province comporterà l’infrangersi di quel radicale elemento identitario collegato a doppio filo con il proprio territorio, un sentimento che riguarda soprattutto i giovani (62%), dato di cui tenere conto in un momento storico in cui lo scollamento fra istituzioni e cittadini è notevole e la distanza dei giovani dall’arena politico-istituzionale pure. Che fine faranno i 200 anni di storia che hanno permesso alla Provincia di Udine di diventare quello che oggi è? Dove finirà quel patrimonio insostituibile composto da valori, tradizioni e identità? La Provincia non si declina soltanto sotto l’aspetto amministrativo o territoriale, bensì è prima di tutto percepita – sempre secondo il sondaggio – come una comunità, una famiglia dal popolo friulano. Il surrogato delle 17 mini-province che prenderanno il posto delle 4 attuali Provincie di certo non potrà veicolare quei sentimenti ben rappresentati oggi dalla Provincia di Udine. La realtà friulana dovrà prepararsi ad affrontare lo sgretolamento del dna territoriale che potrebbe essere colonizzato dal potere egemone che altre aree territoriali instaureranno con uno sbilanciamento dei rapporti di equilibrio rappresentativo. I presunti risparmi che dovrebbero derivare dall’operazione di riordino amministrativo si scontreranno, in realtà, come del resto già preconizzato dalla Corte dei Conti, con l’incremento dei costi dovuto alla proliferazione dei centri di spesa e delle centrali decisionali. Se si fosse davvero voluto ottenere il risultato di una maggiore economicità, allora si sarebbe dovuti passare da 4 a 2 Province. Secondo la Corte dei Conti il trasferimento di personale e funzioni ad altri enti territoriali, con il loro subentro in tutti i rapporti, avrà un costo sia in termini economici sia organizzativi. Del resto, chi mai potrebbe immaginare di ridurre i costi della spesa pubblica con realtà amministrative, cioè centri di spesa, che salgono da 4 a quota 17?
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