“Più dipendenti del Veneto anche se il Fvg ha un quarto degli abitanti: l’aumento della spesa pubblica sarà inevitabile”. La denuncia è del presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini a pochi giorni dalla formalizzazione, tramite delibera della Giunta regionale, della dotazione organica della Regione a decorrere dal 1 gennaio 2017 considerando anche i trasferimenti del personale delle Province. Rispetto al dicembre 2015, la pianta organica è aumentata di 631 unità per un totale di 3 mila 817 posti di cui 162 di categoria dirigenziale, 1992 (D), 935 (C), 272 (B), 63 (A), 393 afferenti all’area della polizia locale/corpo forestale. “Una macchina amministrativa che sta esplodendo e che farà lievitare i costi a carico di tutti i cittadini” rincara Fontanini. “Sono proprio curioso di conoscere i risparmi connessi a questa riforma che Panontin divulgherà a consuntivo. Considerando il costo medio pro capite dei dipendenti regionali, è chiaro a tutti che il passaggio dei funzionari dalle Province alla Regione non farà diminuire i costi bensì li aumenterà”. Un’evidenza che la Cgia di Mestre aveva rilevato nel suo studio “Le Province: operazione verità” (2014), in cui metteva a confronto il costo medio di un dipendente provinciale e di un regionale. La differenza era nettissima: il costo per dipendente provinciale è stato pari a 45 mila 892 euro, ben più basso di un “collega” regionale (67 mila 164 euro). “La Regione sta diventando un mostro burocratico-amministrativo come da tempo stiamo denunciando, con tutti i problemi che ciò comporta in termini organizzativi, funzionali, economici, ma anche in merito all’erogazione dei servizi” commenta Fontanini che aggiunge: “anziché mettere al servizio del territorio una struttura snella ed efficiente, la Regione sta diventando sempre più mastodontica, complessa e farraginosa”. Altra nota dolente l’omologazione delle procedure. “Mentre le Province avevano adottato modalità rispondenti alle esigenze delle specifiche zone di competenza – rileva il presidente Fontanini – ora gli iter sono uguali per tutti. Un cambiamento non da poco per prassi e operatività consolidate che metterà in difficoltà il territorio”. “Dal momento che l’attuale maggioranza è sorda a qualsiasi risultato elettorale (referendum del 4 dicembre), invito il Consiglio regionale che si insedierà nella prossima legislatura, – è l’appello di Fontanini – a legiferare per ripristinare quel virtuoso decentramento amministrativo che ha visto nei Comuni e negli enti di area vasta i veri fornitori di servizi rivolti ai cittadini”.