Dal 2008 al 2014 la crisi in Italia ed Europa secondo i dati Istat ha più che raddoppiato i numeri della povertà relativa ed assoluta. Dieci milioni di italiani e italiane vivono in condizione di povertà relativa, e sei milioni in condizione di povertà assoluta. Le diseguaglianze sono cresciute a dismisura e diventate insopportabili. “Più la povertà aumenta, più le diseguaglianze si ampliano, più le mafie si rafforzano. Per questo in Italia è necessario avere una misura come un reddito di dignità. Non è impossibile, non è una proposta irrealistica: è una scelta di buon senso, necessaria e giusta. Chiediamo che entro 100 giorni una buona legge sul reddito di dignità arrivi in aula per essere discussa e approvata”.
Questo chiedono i promotori della petizione per l’istituzione di un reddito di dignità. E questo chiedono anche l’assessore comunale all’Innovazione e allo Sviluppo Economico, Gabriele Giacomini, e il sindaco di Udine, Furio Honsell, che hanno sottoscritto l’appello web promosso da Libera, l’associazione nazionale contro le mafie presieduta da don Ciotti, dal Gruppo Abele e sostenuta da alcune associazione europee. Una raccolta che ha già raggiunto quasi 65 mila sostenitori.
“Un reddito di dignità – dichiara Giacomini, spiegando i motivi del sostegno alla petizione – è l’unico modo per rispondere in maniera adeguata ed egualitaria alla nuova natura del nostro modello economico, che si fonda sul lavoro flessibile e che sembra non rispondere più all’obiettivo della piena occupazione. Il risultato del modello economico post-crisi – prosegue – è la creazione di mini jobs e di working poors, di un lavoro giovane ad alto livello di conoscenza, ma precario e a basso reddito, oltre che l’espulsione dal mercato del lavoro di tante madri e tanti padri di famiglia che stanno ormai esaurendo tutti gli ammortizzatori tradizionali. Per questo – conclude – è necessario creare, come sostiene anche il presidente dell’Inps, Tito Boeri, una forma di welfare universalistico, che risponda alle drammatiche situazioni di povertà e che faccia anche ripartire i consumi, fungendo da stimolo per la crescita”.
Il reddito di dignità, viene spiegato sempre sul sito della sottoscrizione (www.campagnareddito.eu), è un supporto al reddito che garantisce una rete di sicurezza per chi non riesce a trovare un lavoro, per chi ha un lavoro che però non garantisce una vita dignitosa o per chi non può accedere a sistemi di sicurezza sociale adeguati.
Questo strumento, sempre secondo i promotori, rappresenta una risposta concreta ed efficace a povertà e mafie perché garantisce uno standard minimo di vita per coloro che non hanno adeguati strumenti di supporto economico, liberandoli da ricatti e soprusi e si tratta di una misura prevista già da tutti i Paesi europei, con l’esclusione di Italia, Grecia e Bulgaria e richiesta dal Parlamento Europeo.