La totale liberalizzazione degli orari e delle aperture commerciali nelle domeniche e nei giorni di festa non è servita a rilanciare i consumi o creare nuova occupazione, così come da noi contestato più volte. I consumi continuano a diminuire e le previsioni per il futuro non tendono a migliorare; inoltre, contrariamente a quanto ipotizzato dai sostenitori del sempre-aperto, non si sono registrate nuove assunzioni.
Le uniche certezze sono le disdette dei contratti integrativi comunicate da alcuni importanti marchi della grande distribuzione organizzata: Carrefour, Metro Italia, ma anche Coop Estense e Coop Nord Est. Molte aziende non sono più in grado di sostenere il peso dei costi di gestione, dovuti anche alle continue aperture festive, e il tentativo di contenere il costo del personale sta ulteriormente aggravando la difficile situazione delle lavoratrici e dei lavoratori del settore, costretti a turni massacranti, con maggiorazioni ridotte all’osso.
La liberalizzazione degli orari commerciali introdotta dal governo Monti, peraltro, ha invaso una competenza regionale, complicando ancor di più i pochi tentativi di organizzazione. È indispensabile attribuire le corrette competenze, per poter definire una programmazione delle aperture domenicali e festive, condivisa sia da istituzioni e parti datoriali che da organizzazioni sindacali e lavoratori.
La formula del “sempre aperto”, non è una soluzione alla ripresa dei consumi, ma una falsa illusione che sta peggiorando le difficili condizioni di imprese e dipendenti.
La Filcams Cgil della Provincia di Udine ribadisce la propria contrarietà alle aperture commerciali nei giorni di festa, anche in occasione della Festività del 1 novembre, Festa di Tutti i Santi.