Il Museo Friulano di Storia Naturale ha finalmente una nuova “casa”. Con l’inaugurazione della biblioteca, della sezione didattica e di un padiglione espositivo, avvenuta oggi, 18 febbraio, nei rinnovati locali dell’ex macello, in via Sabbadini 32, l’amministrazione comunale ha presentato ufficialmente alla città i primi risultati dell’intervento di recupero della sede che in futuro ospiterà tutte le collezioni del Museo, un patrimonio che vanta oltre 1 milione di reperti.
Tra le tante autorità che hanno partecipato alla cerimonia inaugurale il sindaco di Udine, Furio Honsell, la governatrice della Regione, Debora Serracchiani, l’assessore alla Cultura, Federico Pirone, l’assessore ai Lavori pubblici, Pierenrico Scalettaris, e alcuni rappresentanti del Comitato Amici del Museo. «Finalmente, il Museo Friulano di Storia naturale può aprire alla città le sue prime aree – spiega il sindaco di Udine Furio Honsell – terminando così il suo periodo di ”nomadismo”, che durava ormai da oltre 20 anni. L’inaugurazione di questi nuovi spazi è importante perché come amministrazione sentiamo il dovere di promuovere con ogni mezzo un nuovo alfabetismo biologico. E un Museo, per la sua sola esistenza, è un monumento affascinante a una caratteristica, come ci ha insegnato Darwin, indispensabile della vita, che invece è troppo spesso sottovalutata: la biodiversità».
Durante la presentazione i cittadini hanno potuto visitare la sezione didattica, la biblioteca e il primo padiglione espositivo, che con gli archivi e gli uffici compongono il primo nucleo del Museo. Nell’occasione inoltre ai visitatori sono stati illustrati i prossimi passi di completamento della nuova sede dello spazio espositivo. Con questo primo lotto, costato circa 3,8 milioni di euro e coperto grazie a 1,6 milioni di fondi comunali e da un finanziamento regionale di 2,2 milioni, la città potrà quindi iniziare a usufruire dei primi ambienti della nuova sede del Museo: una biblioteca a scaffale aperto, che raccoglierà pubblicazioni di carattere scientifico e storico inerenti alla storia friulana, ma anche un piccolo luogo di ristoro; altre tre stanze sono invece dedicate alla didattica, con aree pensate per ospitare le scuole nelle attività di laboratorio e gioco-studio; in un apposito padiglione, infine, i visitatori hanno potuto avere un ”assaggio” delle collezioni che, una volta conclusi i lavori, troveranno posto nel Museo.
«Siamo molto contenti che il Museo Friulano di Storia naturale abbia finalmente una casa – è il commento dell’assessore alla Cultura, Federico Pirone –. È diventato realtà ciò che, fino a qualche anno fa, sembrava una chimera. La città di Udine e la comunità del Friuli, quando lavorano in maniera unitaria e con determinazione, sono in grado di raggiungere ogni tipo di obiettivo». Soddisfazione anche da parte dell’assessore ai Lavori pubblici, Pierenrico Scalettaris. «Con questa inaugurazione completiamo l’iter per il primo lotto del complesso dell’ex macello – sottolinea Scalettaris –. La gara per il secondo, e ancora più consistente, lotto, è in pieno svolgimento ed entro il mese di febbraio avremo il nome dei professionisti che si saranno aggiudicati l’incarico per la progettazione. Una volta redatto il progetto procederemo con la gara per i lavori, lavori che contiamo possano partire entro fine 2017. Inoltre, con la parallela riqualificazione della zona tra l’ex frigo e piazzale Cella, dove oggi sorge un parcheggio non regolamentato, riusciremo finalmente a dare un volto nuovo a una zona della città in forte espansione.».
Il futuro Museo di Storia Naturale. Le collezioni che presto verranno ospitate nel futuro Museo costituiscono uno strumento fondamentale per l’attività di ricerca e la divulgazione delle biodiversità, della lunga storia geologica, della ricchezza della documentazione fossile e delle testimonianze della cultura umana presenti sul territorio friulano. Un patrimonio che offre la possibilità di trattare i grandi temi della natura come l’evoluzione, i rapporti fra gli esseri viventi e la sostenibilità. I reperti del Museo Friulano di Storia Naturale diventano quindi un potente mezzo di comunicazione al servizio della comunità. Curiosità, interazione e i più moderni strumenti espositivi guideranno il visitatore in un viaggio lungo quasi 500 milioni di anni.
Il progetto del Museo – per il secondo lotto è previsto un investimento complessivo di 4,5 milioni di euro interamente finanziato dalla Regione – si sviluppa su una superficie di 1.800 mq destinati a sale espositive permanenti e temporanee, 650 dedicati alle attività ludico-didattiche e science center e 10.000 di parco. Il Museo custodirà 54.000 titoli nella biblioteca specializzata, 98.000 reperti fossili, 13.000 minerali e rocce, 245.000 reperti paletnologici, 600.000 reperti zoologici e 158.000 reperti botanici.
Tra questi, numerosi sono i “tesori” custoditi, un vero scrigno di biodiversità: dai reperti zoologici di valore storico, come la testa dell’elefante ucciso da Italo Balbo, ai numerosi “tipi”, ovvero gli esemplari sulla base dei quali vengono istituite specie o altri taxa (raggruppamento di organismi, unità tassonomica) nuovi. Tra le ”perle” paleontologiche ecco i rettili del Triassico superiore di Preone (fra i quali i più antichi rettili volanti conosciuti) le flore del Carbonifero o le ammoniti del Ladinico. Il Museo ospiterà poi importanti reperti preistorici come le statuine del Neolitico di Sammardenchia o la sepoltura di Piancada, nonché botanici come i quali l’Erbario Gortani e persino un Erbario pre-Linneano.
Un patrimonio da 1 milione di reperti che attualmente viene già valorizzato dalle numerose attività didattiche organizzate dal Museo e che in futuro sarà a disposizione di tutta la cittadinanza attraverso le sale espositive. La futura struttura museale si baserà su due livelli: un edificio espositivo sarà dedicato infatti ai temi dell’evoluzione, dell’uomo e della sostenibilità, mentre l’altro a quello degli aspetti naturalistici del territorio. La prima è una visione diacronica, che vede l’evoluzione della vita dall’origine della Terra a oggi, ed è disegnata prima attraverso i fossili e a seguire dal ruolo dell’uomo nella natura. Un viaggio che permetterà di toccare i temi degli aspetti culturali e dei problemi attuali legati alla “sostenibilità”. Pur trattandosi di un argomento generale, il focus sarà sul territorio friulano che, peraltro, è la parte d’Italia che testimonia la più lunga storia geologica, quasi 500 milioni di anni.
La seconda è, invece, una visione sincronica, che fotografa lo “stato attuale” della natura in Friuli, rimarcandone le singolarità e i primati. Non si tratta però di una visione per così dire “statica”, tutt’altro: il collegamento con il primo settore è dato proprio dagli elementi dell’evoluzione (biologica, geologica, culturale) che hanno portato la biodiversità friulana al suo assetto attuale, ma anche che la condurranno nel tempo, a un assetto diverso. Una esposizione immersiva, con un numero limitato di reperti ma in grado di valorizzarli e di far percepire al biodiversità che ci circonda. Una esposizione integrata da multimediali ed hands-on che favoriscono l’interazione.