La Camera di Commercio di Udine procede con la razionalizzazione delle partecipazioni societarie, già avviata negli mesi scorsi. Oggi (giovedì 26 marzo) la giunta camerale ha dato il via libera al piano: come da disposizioni della Legge di stabilità per il 2015, entro il 31 marzo, una serie di enti pubblici tra cui appunto le Cciaa devono provvedere alla riorganizzazione delle partecipate. Udine, in estrema sintesi, andrà dunque a dismettere partecipazioni in sei società. Innanzitutto nelle Asdi: Asdi Sedia (di cui detiene il 33%), il Parco Agroalimentare di San Daniele (15,84%), il Comet (6,85%) e il Distretto delle Tecnologie digitali-Ditedi (10,77%). Inoltre, nella Lignano Sabbiadoro Gestioni (12,50%) e nell’Interporto-Centro Ingrosso di Pordenone (0,06%).
Riguardo alle Asdi, la scelta considera la recente approvazione della norma regionale “Rilancimpresa Fvg”, la quale tra l’altro dispone espressamente che le Agenzie di Sviluppo dei Distretti Industriali siano costituite esclusivamente da soggetti privati. «Con l’atto di giunta camerale –spiega il presidente Giovanni Da Pozzo – andiamo dunque ad agevolare il percorso verso la privatizzazione delle Agenzie, incentivato dalla legge regionale». Quanto a Lisagest, la Cciaa ha valutato sia una partecipazione non indispensabile alle finalità istituzionali, sulla base del mutato quadro normativo in cui si troveranno a operare le realtà camerali anche nei prossimi anni, in ragione del fatto che la società opera esclusivamente in ambito commerciale e la fuoriuscita camerale dalla compagine sociale non avrà, ragionevolmente, impatti negativi. Per l’Interporto pordenonese si è invece tenuto conto soprattutto dell’esiguità della partecipazione oltre alla dislocazione territoriale fuori provincia.
«Con i nostri uffici abbiamo realizzato un lavoro corposo e sistematico – spiega il presidente Da Pozzo –, che ci ha fornito uno schema oggettivo per una riflessione completa e coerente sulle realtà societarie della “galassia” Camera di commercio. Ci siamo mossi con l’obiettivo di mantenere il più possibile il nostro ruolo di supporto al territorio ma anche di razionalizzare al massimo, viste anche le trasformazioni che il sistema camerale, a livello nazionale e regionale, sarà chiamato ad affrontare quest’anno. E valutando poi che il percorso parlamentare sul tema delle società pubbliche non è ancora compiuto e potrebbe portare a ulteriori mutamenti. Abbiamo definito gli interventi secondo prospettive di concreta realizzabilità».
Nel corso del 2015 si attiveranno ulteriori azioni di razionalizzazione e di contenimento dei costi di funzionamento degli organi amministrativi e di controllo, anche richiedendo alle società di cui si intende mantenere la partecipazione di dare conto delle eventuali iniziative di risparmio e in particolare di riduzione dei compensi, trovando la condivisione della maggioranza degli altri soci.
Le quote delle società di cui si è decisa la dismissione saranno ora messe all’asta.