1 dic 2014 – Riconosciuta e apprezzata fuori dai confini del Friuli Venezia Giulia, ma poco considerata dentro i confini regionali. L’associazione Filarmonia ha voluto, sulla base di questa considerazione, aprire un dibattito che si è svolto oggi, sabato 29 novembre, nella sede della Fondazione Crup di via Manin a Udine, sotto l’evocativo titolo “Filarmonia: respiro internazionale ma disinteresse regionale?”. L’incontro, organizzato dalla stessa associazione per dar corpo all’esigenza di mettersi a confronto con le istituzioni pubbliche riguardo al suo ruolo nel panorama culturale regionale, alla luce degli ultimi tagli subiti in ambito culturale (dai 120mila euro degli anni scorsi all’esclusione totale dal bando di quest’anno), è stato introdotto dal professor Davide Giovanni Leonardi, consigliere di Filarmonia e ha visto la partecipazione del presidente della Fondazione Crup, Lionello D’Agostini, del delagato alla cultura dell’Università di Udine Angelo Vianello e del direttore artistico di Filarmonia Alfredo Barchi. «Investire in cultura significa investire nella crescita della società. Gli enti pubblici –ha dichiarato durante l’incontro D’Agostini- dovrebbero riflettere sui tagli che stanno facendo e guardare con quanta dignità e competenza Filarmonia porta alta la bandiera culturale nonostante le grandi difficoltà». Anche Vianello ha portato la sua sentita testimonianza, in rappresentanza del rettore dell’Università di Udine Alberto Felice De Toni. «La delega alla cultura dell’Università di Udine è un unicum in Italia: noi crediamo che la cultura sia la base della società e che le arti musive siano un patrimonio dell’umanità antichissimo e fondamentale per il nostro presente e il futuro. Filarmonia –ha concluso il professor Vianello- conduce delle attività culturali di altissimo livello e quindi spero che la classe politica si sensibilizzi maggiormente sull’argomento visto che la musica non è solo una manifestazione estetica ma qualcosa che ci aiuta a vivere e sopravvivere». A tuonare contro il disinteresse della classe politica regionale, totalmente assente durante l’incontro (solo il Comune di Udine è stato rappresentato da Andrea Castiglioni della IV Commissione Cultura, che ha fatto silenziosamente le veci dell’assessore Pirone), è stato però il direttore artistico Barchi, tra i fondatori di Società Filarmonia, di cui è anche direttore d’orchestra principale per tutti i progetti concertistici promossi ed organizzati dalla stessa. «La mia richiesta –ha ammesso Barchi- è che ci venga concessa a livello regionale la visibilità che meritiamo, così come è stato fatto per la Serracchiani a quel famoso congresso del Pd durante il quale si è fatta conoscere prendendo il microfono e parlando davanti a tutti. Io ho delle domande da fare, alle quali però non posso che rispondermi da solo: perché siamo stati esclusi dalla finanziaria? Perché siamo stati esclusi dai fondi della cultura regionale? Perché dobbiamo vivere nell’ombra del colosso d’argilla del Teatro Verdi di Trieste? Noi non vogliamo mettere i bastoni tra le ruote a nessuno, anzi. Il nostro intento – ha concluso il direttore artistico- è quello di divulgare la cultura della lirica in stagioni e in luoghi popolare, come sono le piazze durante l’estate, avvicinando così il grande pubblico all’opera». Se da una parte Filarmonia fa fatica a trovare un giusto riconoscimento regionale, dall’altra, quella che sconfina fuori dal Friuli Venezia Giulia, gode di grande rispetto. «In dicembre si svolgeranno le audizioni per l’undicesima stagione estiva del Carro di Tespi che, come sempre, sono frutto di una stretta selezione internazionale. Poi –ha concluso l’incontro Barchi- mi preme ricordare come i comuni del Veneto comprino i nostri spettacoli, così come è successo a Pola, dove è stata subito riconosciuta la qualità del nostro progetto».
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