Legambiente FVG ha trasmesso al Ministero dell’Ambiente la seconda Osservazione allo studio di impatto ambientale di Terna relativo alla linea “Udine Ovest – Redipuglia”, ripresentato da Terna, dopo la bocciatura del Consiglio di Stato.
Con la prima, l’associazione proponeva di separare la risoluzione del problema della stabilità della rete regionale da quello della connessione con la Slovenia, mediante l’ammodernamento delle linee regionali esistenti e la realizzazione, da Diva?a (SLO) a Salgareda (TV), di una nuova linea in corrente continua per mezzo di cavo sottomarino e interramento, già progettata da Terna. Il piano “B”, considerava, come richiesto da molti Sindaci, l’interramento della linea Redipuglia – Udine ovest, utilizzando parte della costruenda terza corsia.
La nuova Osservazione, considera la bocciatura dell’opera per il rilevante impatto paesaggistico, da parte del Ministero dei beni ambientali e culturali e mette a fuoco alcune problematiche specifiche. Quali? L’insistenza di Terna a non considerare l’evoluzione della tecnologia di trasmissione in corrente continua ad alta tensione, interrata, già utilizzata in altre circostanze non dissimili; la rimozione dal piano di sviluppo dell’opzione “Divaca – Salgareda” e il mantenimento della linea aerea UD Ovest – Okroglo (SLO) che vede la contrarietà diffusa ed un giudizio di insostenibilità ambientale e paesaggistica. Da quasi come-già-fatto l’elettrodotto UD Ovest – Redipuglia. Non fa inoltre nessun ragionamento in merito allo sviluppo di fatto delle fonti rinnovabili non programmabili in Regione, in relazione alle reti di trasmissione.
Per queste ragioni, espresse nelle due Osservazioni, oltre che per i già noti e rimarcati aspetti paesaggistici, si ritiene che Terna, per risolvere lo stallo che il parere del MIBAC comporta, dovrebbe riprendere un serio percorso di programmazione, in accordo con le Regioni per quanto riguarda la magliatura in Media Tensione che agevoli e risolva in maniera distribuita l’inevitabile e auspicabile aumento delle fonti rinnovabili, la valorizzazione e potenziamento delle reti esistenti, da 220 – 230 KV in regione e la realizzazione dell’unica linea strategica mancante per tutto il Nord-Est, cioè la Divaca – Salgareda.
E’ inoltre evidente che, se Terna vuole riacquisire credibilità nel proporre le nuove soluzioni per la rete regionale e per i collegamenti internazionali da sottoporre a regolari percorsi VIA, dovrà porsi al più presto la questione della rimozione dell’opera finora realizzata e di cui è ormai acclarata la incompatibilità ambientale e paesaggistica, prima che qualche sentenza giudiziaria glielo imponga.