Udine: l’orso sceso in pianura potrebbe essere Madi, già studiato dall’Uniud

Udine: l’orso sceso in pianura potrebbe essere Madi, già studiato dall’Uniud

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L’orso avvistato nei giorni scorsi in regione in diversi punti della media pianura friulana, da Codroipo (Ud) a Fogliano di Redipuglia (Go) in direzione Slovenia, potrebbe essere Madi, l’esemplare ben noto ai ricercatori dell’Università di Udine che nel maggio del 2013 lo avevano dotato di collare satellitare. Catturato, privato di collare in comune di Polcenigo nella notte fra 27 ed il 28 aprile scorso, è possibile che Madi, dopo qualche giorno, abbia iniziato la sua marcia attraversano la media pianura friulana, in punti estremamente antropizzati, vicini ai centri abitati e ad arterie trafficate. Un comportamento simile a quello che l’orso Madi aveva adottato nella primavera del 2014, quando arrivò a soli 3 chilometri dal centro di Conegliano. Ora, soltanto le risultanze genetiche potranno ora confermare che si tratti, anche stavolta, proprio di lui.

 

Le tracce di Madi si erano perse nel giugno del 2014, quando, in maniera imprevista, il collare aveva smesso di funzionare. In base a campionamenti genetici e fotografici e ad avvistamenti, i ricercatori erano comunque a conoscenza che plantigrado si spostava nella zona del Cansiglio e dell’Alpago. A febbraio 2015 poi, rilevata la presenza di Madi grazie a fotocamere a infrarosso, i ricercatori hanno potuto verificare che il collare, costruito da una ditta leader nel settore a livello mondiale e applicato nel 2013, non si era nel frattempo ancora staccato dall’animale.




 

A questo punto è scattata l’operazione, durata oltre due mesi, di ricattura di Madi finalizzata a liberare l’orso del collare per salvaguardarne lo stato di benessere. La cattura e liberazione avvenuta in comune di Polcenigo, è stata possibile grazie alla collaborazione con il personale della Provincia di Udine e al supporto della locale stazione forestale regionale e dal personale della provincia di Pordenone, dopo che era stata avvertita sia la Regione Fvg che il Ministero competente.

 

 

 

L’operazione di cattura. Per togliere il collare a Madi, l’operazione di cattura è durata due mesi, periodo in cui l’animale ha pian piano iniziato a “familiarizzare” ed entrare nella gabbia predisposta dai ricercatori. La gabbia, trasportata in loco dalla zona di Lusevera, Gran Monte, era la stessa che aveva consentito la prima cattura di Madi nel 2013, ma anche dell’orso Alessandro, nel 2014.

 

Le condizioni di Madi. Al momento della cattura, l’orso presentava buone condizioni corporee. L’uso prolungato del collare, anche in ragione della notevole crescita corporea dell’esemplare, aveva creato, fortunatamente, soltanto leggere abrasioni. Anche per questo motivo i ricercatori hanno deciso di non ri-collarare Madi e di riconsegnarlo alla natura libero di qualsiasi strumento elettronico.

 

Il collare. Proprio per evitare di apporre collari che possano in qualche modo influire sulle condizioni di benessere degli animali, l’Università di Udine ha da sempre utilizzato collari “a tempo” dotati di sistemi di distacco automatico e recentemente anche di sistemi di distacco a distanza. L’uso dei collari satellitari rimane, infatti, il solo strumento che permette lo studio degli animali (per Madi è stato possibile raccogliere oltre 2000 posizioni e scoprire la tana di letargo) e la loro conservazione. La presenza del collare ha consentito di ottenere una sorta di moratoria al possibile abbattimento in territorio sloveno e di fatto di migliorare le strategie di controllo per gli orsi che si presentano in zone antropizzate. Proprio come avvenuto in questi giorni, nel caso dell’orso che da Codroipo si è spinto a Fogliano – Redipuglia, dove la Regione Friuli Venezia Giulia ha brillantemente tenuto sotto controllo la situazione attraverso una task force, a cui ha partecipato anche l’Università di Udine.

 

La storia di Madi. Al tempo della prima cattura, nel 2013, l’orso Madi aveva 3 anni e pesava circa 100 chili. Nel 2015, al momento della ricattura, aveva raggiunto oltre il 140 chili. In questi due anni, l’individuo ha percorso quasi 2 mila chilometri, spostandosi dalle Prealpi Giulie alle Alpi Giulie e alle Alpi carniche, dove ha effettuato il primo letargo. Si è poi spostato in Austria, dietro il monte Coglians. Nella primavera del 2014 ha puntato verso il Veneto, attraversando il saurano, il fornese, seguendo il Piave e giungendo prima in Cansiglio e arrivando poi addirittura fino a 3 chilometri dal centro di Conegliano, traversando la piana di Pieve di Soligo o giungere a poche centinaia di metri dalla periferia di Vittorio Veneto e Maniago. In quel frangente, proprio la presenza del collare e le informazioni delle sua localizzazione avevano permesso sia il controllo dell’animale in zone urbane, sia, grazie anche all’intervento della provincia di Treviso e del Corpo forestale dello Stato, il naturale ritorno verso la zona montana, avvenuto anche con interventi mirati sulle strade di maggiore traffico.

 

Alla cattura hanno partecipato Andrea Madinelli, tecnico dell’Università di Udine, il medico veterinario Stefano Pesaro, collaboratore e docente a contratto dell’Università di Udine, il personale della Provincia di Udine, Mauro Azzini e Carlo Cussigh, lo studente Andrea Vendramin, il personale del Corpo forestale regionale e della Provincia di Pordenone, che hanno supportato alla logistica, e ricercatori e studenti dell’Università di Udine. Tutte le attività rientrano nei progetti di ricerca che svolge l’Università di Udine nell’ambito degli studi sulla fauna selvatica, diretti e coordinati per l’ateneo friulano da Stefano Filacorda.