articolo tratto da FIBS:it a cura di Riccardo Schiroli – Il 2 luglio a Cervignano del Friuli. Al culmine di una cerimonia che inizierà attorno alle 18, Marten Thomas Gasparini firmerà un contratto da giocatore professionista di baseball per il più ricco bonus (sicuramente una cifra a sei zeri) mai pagato a un giocatore cresciuto in Europa. Solo allora si saprà per quale squadra Gasparini ha firmato, ma è già certo che tutte le Franchigie più attive sul mercato internazionale (i Dodgers, iCubs, i Mariners, i Reds, gli Orioles…) hanno fatto la loro offerta. Stando ai si dice, l’offerta migliore sarebbe comunque quella dei Kansas City Royals.
Nato il 24 maggio 1997, Gasparini è entrato all’Accademia FIBS diTirrenia nell’autunno del 2011. Nella stessa stagione ha fatto parte della nazionale Cadetti Campione d’Europa (5 presenze). Nell’estate2012 ha partecipato sia al Mondiale Under 15 (8 presenze, 13 valide su31 turni) che a quello Under 18 (5 presenze, 2 su 17 in battuta).
Nell’avventura americana Marten sarà indubbiamente avvantaggiato dalla conoscenza dell’Inglese, la prima lingua di sua madre.
Il padre Federico ha conosciuto la madre Wendy a Londra nel 1987, dove si era recato (a 23 anni) per lavorare in un ristorante. La futura signora Gasparini, nata e cresciuta a East London in una famiglia di origine giamaicana, era il manager del locale.
Federico Gasparini oggi lavora nell’ufficio commerciale dell’azienda Armare.
“Di ritorno da un viaggio di lavoro, vidi un kit per il baseball e pensai di riportarlo a Marten. Lui aveva infatti giocato a calcio, anche con buoni risultati, ma non amava il clima di competizione che vedeva attorno alla squadra. Aveva provato con le arti marziali, ma non era rimasto soddisfatto. Inizialmente giocavamo io e lui in giardino. Poi, un giorno di 6 anni fa, a scuola è rimasto incuriosito dalla visita di un operatore di una società. Pochi giorni dopo, ha provato a girare la mazza in untunnel gonfiabile a una fiera e lì si è innamorato. Non ha più saltato un allenamento. Una partita sì, ma fu perché io lo punii per una marachella: aveva falsificato la mia firma a scuola”.
Cambierà la vita della famiglia Gasparini, con il ricco bonus di firma di Marten? “Nostro figlio è un ragazzino e non vogliamo assolutamente che gli vengano idee strane. Per lui questo deve essere un punto di partenza, non di arrivo. Come famiglia, non cambieranno le nostre abitudini e il nostro stile di vita”.
Marten Gasparini proseguirà la sua carriera scolastica negli Stati Uniti, seguendo un programma del General Education Department che, come studente-atleta, gli consentirà di ottenere il diploma di High School. Nel suo contratto è stato riconosciuto un fondo che gli consentirà di frequentare eventualmente l’Università.
Da questo punto di vista, l’avventura americana non lo preoccupa: “E’ da 2 anni che vivo lontano da casa e frequento la scuola senza la tranquillizzante presenza della famiglia”.
E’ consapevole del valore del bonus che riceverà, ma non ne è impressionato: “Il valore del bonus non l’ho stabilito io. La trattativa? Sinceramente, se ne sono occupati i miei genitori. Io ho parlato con gli scout, ma solo di aspetti tecnici. I soldi non penso proprio che cambieranno il mio stile di vita, non sento la necessità di cose materiali. Diciamo che ritengo il bonus un indennizzo per i sacrifici che ho fatto e per quelli che farò. Tra l’altro, devo dire che sarei andato anche per 2 caramelle. L’importante è avere l’opportunità”.
E’ il momento dei ringraziamenti: “Il primo va al mio allenatore Sandro Fontanot, è con lui che ho imparato a giocare”.
Poi tocca ai tecnici dell’Accademia: “Non avrei avuto le stesse opportunità, se non avessi frequentatol’Accademia e lavorato ogni giorno con tecnici così preparati e professionali. Lo staff di Tirrenia non ha eguali, in Italia”.
Quella dell’Accademia è un’esperienza che Marten consiglia ai suoi coetanei: “A patto che entrino a Tirrenia con una meta in testa: arrivare in nazionale, giocare in IBL, andare a giocare negli Stati Uniti…”.
Marten Gasparini conosce chi lo ha preceduto: “Alex Liddi si è allenato con noi un paio di mesi questo inverno. E’ un ragazzo d’oro, allegro quando lavora e anche fuori dal campo”.
Il suo modello però gioca nel suo stesso ruolo, quello di interbase: “Derek Jeter è un punto di riferimento, per me. Non solo per quello che fa in campo, ma per il personaggio. Su di lui non ci sono mai state voci, la sua vita privata appartiene solo a lui. Poi, pur essendo diventato un giocatore importante negli anni ’90, non è mai stato accostato all’uso degli steroidi, al contrario di altri campioni di quegli anni. Non è un caso, che molti interbase di Major League vestano il suo numero 2″.