Moni Ovadia guida lo spettatore nello straordinario mondo ebraico dello chassidismo, germinato al crocevia tra la spiritualità più vertiginosa e la semplicità profonda della pietas, anche verso le manifestazioni più insignificanti dell’esistente. Quel mondo, mistico e concreto, è stato estirpato dal nostro paesaggio umano e spirituale dalla brutalità dell’odio, ma anche con la sua assenza o dai quadri di Chagall ci parla e ci ammaestra, grazie all’eredità di una energia che, in chi la sa accogliere, permette di costruire in sé, per sé e per l’altro, un essere umano migliore, più degno e più consapevole. Incontrare quel mondo, anche solo nel riverbero delle sue iridescenze, percepirne i profumi e ascoltarne la voce è un’esperienza indimenticabile, che trascende la hybris dei religiosi, spiazza ogni ortodossia clericale e smaschera la miseria dei baciapile. Perché in quel mondo perduto, inadatto a vivere nel pianeta dominato dai demoni dell’odio, del razzismo e del delirio nazionalista, il divino era celebrato non solo con lo studio e la preghiera, ma anche con il canto, la danza, la narrazione e l’umorismo, sommamente apprezzato dai grandi maestri dello khassidismo per il suo potere anti-idolatrico, perfino nei confronti di un divino non da adorare, ma con cui anche polemizzare a viso aperto.
Biglietteria presso il teatro Palamostre, dal martedì al sabato ore 17.30 – 19.30, tel. 0432/506925
Circuito Vivaticket.
Le sere di spettacolo la biglietteria del teatro dove si svolge lo spettacolo apre un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.
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