Udine 8 settembre – Una conferenza stampa di Ennio Morricone è come andare vedere Messi giocare a beach volley: non sei lì per sentirlo parlare, vorresti solo mangiartelo con le orecchie. E tutte le parole che si possono spendere e le domande che si possono fare non servono a spiegare dove sta il miracolo di quella musica che si infrange sulla tua emotività. Il Maestro sembra perfino una persona dimessa, dinoccolata, forse con la memoria che balbetta quando racconta qualche aneddoto di una vita lunga 84 anni, con il calzetto bianco che accompagna un abbigliamento non particolarmente ricercato. Ma non sei lì per quello. Cerchi fra le risposte che inanella, saltando a piè pari domande che la platea dei giornalisti gli pone, il mistero, l’arte la visione, cerchi la frase che possa illuminare la conferenza stampa. Un titolo da regalare ai lettori, un gioiellino da offrire agli appassionati del maestro. E allora, senza aver preso appunti, proviamoci.
COMPORRE, LA SCELTA – La sensazione è quella che il Maestro si senta perfino limitato dal cinema. Più volte fra le righe ci tiene a far sapere che lui è un compositore a tutto tondo e che la musica da film “non ci pensavo affatto all’inizio della mia carriera” è quasi un incidente che ha segnato totalmente la sua carriera e che spesso il lavoro di compositore da film è un accontentare le richieste del regista, vero deus ex machina della produzione. Il Maestro, stuzzicato, si lascia andare al racconto di quando dopo un solo giorno di lavoro rinunciò all’impiego appena ottenuto in Rai negli anni 60. “Volevo comporre“. Che sia lì che si annida l’arte? Nella volontà di affermare la propria personalità rinunciando a piegare la schiena ai compromessi? Non è solo questo, “Ci vuole anche presunzione è importante nel nostro lavoro”.
MONTAGGIO – Il concerto che proporrà nella serata gli darà più spazio alla sua musica vera: certo le composizioni che propone sono le medesime create in abbinata con i film “che volete che fatta tutta quella fatica per comporre adesso la ricomponga?” ma la possibilità di non dover stare dietro “all’orologio” , ovvero alle necessità di montaggio, gli permetterà di sviluppare i discorsi musicali con un altro respiro.
ANALOGICO E DIGITALE A Morricone il digitale non piace, o forse non sa nemmeno cosa sia. La composizione si fa ancora su carta e la sensazione di comporre con software digitali, per quanto il Maestro confessi di non conoscere, in un certo senso non permetterebbe le stesse potenzialità della carta che si apre vuota intorno a te. E’ un concetto questo espresso da Morricone che suggerisce ancora una volta dove si possa celare la genialità. Nella creazione pura, nell’immaginare e sentire la musica ancora prima che sia composta; la composizione ovviamente non sarà esercizio di getto ma di correzioni e arrangiamenti ma come può una serie di possibilità catalogate in un software . In un passaggio successivo della lunga conferenza stampa parlando dei nuovi compositori riserva una stoccata durissima: un’invasione preoccupante di dilettanti armati di sintetizzatore e poca competenza.
GARBAGE TIME – nei tempi di scivolamento verso la fine Morricone puntualizza lo stato disastroso dei finanziamenti alla musica da parte dello stato italiano.
PROGETTI – Al momento Morricone ha appena finito di comporre la musica di una serie televisiva (ebbene sì, anche Morricone fa fiction, e pure parecchia) intitolata “Come un delfino” e si appresta a lavorare a un progetto di Tornatore “La migliore offerta” e un progetto su di un film sulla pace israelo-palestinese.
IMDB segnala anche un altro progetto con Tornatore che dovrebbe riguardare un film su l’assedio di Leningrado che era anche il soggetto che Sergio Leone aveva in mano prima di morire.
C’ERA UNA VOLTA IL CINEMA – Niente, non una parola sulla leggendaria accoppiata Leone-Morricone.
ESSERE E DIVENIRE – Il momento più emozionante della chiacchierata di Morricone è però quando a margine della domanda sui finanziamenti alla musica il Maestro si lascia andare a una riflessione sulla necessità della musica. Un pensiero che fa riaffiorare alla mente Nietzsche “la vita senza musica sarebbe un errore” e che disegna la musica come un arte eterea che si concreta solo nel momento in cui qualcuno la esegue e qualcun altro l’ascolta; è questa dunque, fa capire il Maestro, una delle caratteristiche fondamentali dell’arte musicale e che la differenzia da tutte le altre.
Stasera in piazza primo maggio la si può cogliere.