Udine: movida, Fogolar civic e Academie dal Friul appoggiano Honsell per una città più tranquilla

Udine: movida, Fogolar civic e Academie dal Friul appoggiano Honsell per una città più tranquilla

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Fogolâr Civic e Academie dal Friûl appoggiano il sindaco Honsell contro gli eccessi della “movida” udinese

A seguito delle polemiche sollevate da certe dichiarazioni del Primo Cittadino di Udine, prof. Furio Honsell, in ordine alla necessità di garantire ai residenti il diritto alla serenità, significativamente intaccato dalle escandescenze della cosiddetta “movida” il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico ‘Fogolâr Civic’ e il Circolo Universitario Friulano ‘Academie dal Friûl’ prendono posizione a sostegno del Capo della comunità udinese, al quale, il 24 agosto 2017, inviano una lettera di solidarietà. Eccone il testo, a firma del presidente sociale, prof. Alberto Travain. “Bravo Sindaco! Il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico ‘Fogolâr Civic’ e il Circolo Universitario Friulano ‘Academie dal Friûl’ sono dalla Sua parte quando ha il coraggio – non è la prima volta – di affermare principi di senso civico ineludibili eppure scomodi ad una società in cui si vuole lasciar prevalere la ragione del più forte, dell’interesse economico e dello sfizio ludico. ‘Non è accettabile che in una città come Udine le persone vedano leso il proprio diritto al riposo’: così Lei avrebbe affermato – si apprende dalla stampa – riguardo a certe situazioni create dalla ‘movida’ udinese, accennando ad ipotesi di revisione delle posizioni del Comune sul tema. Un vespaio! Una levata di scudi! E dove sta scritto che i regolamenti non si toccano, compresi quelli sulla movida? ‘Leggi divine’? Al di là delle chiacchiere a destra e a manca, va ribadito che la città non è affatto di tutti, ma, giuridicamente dei suoi cittadini, non degli studenti e degli esercenti, in minima parte votanti a Udine. Fanno male i conti i cercatori di voti a sinistra e a destra svendendo Udine a chi pretende e nulla o poco dà alla città se non nel proprio infimo esclusivo tornaconto. Una città viva non è un lunapark, non è un casino e non è una latrina. Non c’è partita, non c’è parità tra diritto legittimo del residente a una vita vivibile – priorità assoluta di un Amministratore – e il diritto presunto alla gozzoviglia degli avventori di qualche locale, gozzoviglia passata abilmente par bene comune, circoscritto nei fatti al massimo alla propria categoria. Cominciamo, dunque, a chiarire i termini. Qualora si cerchi davvero un equilibrio, di armonizzare le varie istanze, esse comunque non sono affatto di pari grado. Ciò sfuggirà forse a certi giovani o giovanilistici Amministratori alla ricerca di elettorato, ma il dato è questo. Cosa fanno tanti esercenti del Centro Storico di Udine ‘per il bene della città’? Quanti erano gli esercizi aperti nella giornata di ferragosto? Quanti ristoranti e taverne aperti nelle domeniche d’estate? E questi studenti universitari, e questi giovani, con pretese soltanto, che fanno, cosa ‘costruiscono’ in città? Si ricorda una loro mobilitazione contro la chiusura di un locale in Mercatovecchio: non certo imponenti manifestazioni sul caso del loro coetaneo Regeni! E vogliono, ancora, parlare? ‘Una città morta’… ‘Una città ospizio’, ‘che non offre nulla’… ‘Ask not what your country can do for you; ask what you can do for your country’: si potrebbe parafrasare la celebre frase di Kennedy dicendo ‘non chiederti cosa la tua città (o la città che ti ospita) possa fare davvero per te; chiediti ciò che tu puoi fare essa’. E la risposta non può essere certo ‘casino e basta’! Perché non si fa organizzare a loro, a questi giovani, qualcosa di utile e bello non solo per loro stessi ma per la collettività intera? Dimostrerebbero la maturità che oggi forse nessun esame scolastico e universitario è davvero in grado di verificare. ‘Panem et circenses’: siamo rimasti lì. E allora diciamola friulanamente – a fatica la capiranno anche gli studenti autoctoni che, poverini, se ne sono andati a studiare in altre città più ‘vive’ perché non sopportavano il ‘mortuorum’ udinese – : ‘Puars i miei bêçs’! Senza traduzione… Almeno in questo la fatica di prendersi un dizionario e capire su quale terreno stare ‘con i piedi per terra’…”

FOGOLÂR CIVIC

ACADEMIE DAL FRIÛL