Udine, 7 novembre 2014 – I telescopi Magic, con i quali opera un team internazionale di scienziati tra i quali gli astrofisici dell’Università di Udine, hanno osservato un eccezionale flusso di radiazione di altissima energia (raggi gamma) proveniente dal nucleo della galassia attiva IC 310, un buco nero super massiccio di oltre 300 milioni di masse solari. Grazie ai due grandi telescopi a raggi gamma, che operano sull’isola di La Palma alle Canarie, gli scienziati hanno potuto registrare rapide variazioni del flusso di energia proveniente dalla sorgente cosmica: le più rapide mai registrate finora in una sorgente di questo tipo e a queste energie. L’osservazione ha fornito la possibilità di indagare la struttura e il meccanismo di funzionamento di un buco nero al centro della galassia, e suggerisce che l’emissione gamma sia dovuta a particelle accelerate in una regione estremamente vicina al buco nero. I risultati della ricerca sono stati pubblicati oggi dalla rivista scientifica Science Express. L’Ateneo friulano è impegnato nel progetto Magic con il team guidato da Barbara De Lotto, docente di fisica sperimentale e responsabile nazionale di Magic per l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn).
«L’inaspettata intensità e la rapidità dell’emissione rivelata da Magic, dell’ordine di pochi minuti – spiega De Lotto –, si è dimostrata di eccezionale rilevanza: un tale intervallo temporale indica che la massiccia emissione dei raggi gamma deve necessariamente iniziare nelle immediate vicinanze del buco nero. Questa osservazione consente quindi di esplorare le zone più interne del nucleo galattico, fino ad arrivare in prossimità del buco nero centrale dove si verificano le condizioni fisiche più estreme, contribuendo a chiarire quello che, a tutt’oggi, è uno dei grandi enigmi dell’astrofisica moderna».
I telescopi Magic, di 17 metri di diametro ciascuno, si trovano all’osservatorio astrofisico europeo di Roque de los Muchachos. Magic è il frutto di una collaborazione internazionale nella quale l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e le università di Padova, Siena e Udine svolgono un ruolo rilevante fin dall’inizio della loro costruzione, dieci anni fa. Dal 2016 vi partecipa anche l’Istituto nazionale di astrofisica. La collaborazione coinvolge circa 160 ricercatori dalla Bulgaria, Croazia, Finlandia, Germania, Giappone, India, Italia, Polonia, Spagna e Svizzera.