udine, 7 nov ’10 – Sonia Felice è alla guida di Fly Sinthesis srl, azienda che produce e ripara aeromobili, ultraleggeri e veicoli spaziali. Luisa Sello, affermata flautista, gestisce la sua emozionante “impresa invisibile”. Alessandra Verona ha adeguato l’offerta alla richiesta di mercato, partendo dalla vendita di accessori che ora produce, insieme a una linea di abbigliamento, mentre Elisabetta Parise ha introdotto il settore delle energie rinnovabili all’interno dell’attività di famiglia, rinnovando un settore tradizionale come quello degli impianti elettrici e riuscendo così addirittura a evitare gli “scossoni” della crisi. Sono alcune delle otto imprenditrici friulane che si sono raccontate, hanno presentato la loro storia di “donne normali” che, tra tradizione e innovazione, ce l’hanno fatta. E questa sera sono state protagoniste di un’interessante e partecipata conversazione – moderata dalla giornalista Raffaella Mestroni – in un’affollatissima Sala Valduga: l’appuntamento è stato organizzato dal Comitato per l’imprenditoria femminile della Cciaa in collaborazione con il Comitato per l’imprenditoria giovanile, rappresentati dai portavoce Enrica Gallo e Ivan Baiutti, per approfondire le realtà dell’impresa donna e dell’impresa giovane che, insieme, sono il futuro del sistema economico, come ha sottolineato nell’intervento d’apertura il presidente camerale Giovanni Da Pozzo. «In Friuli, le imprese individuali femminili, al 31 dicembre 2009, rappresentano quasi il 27% delle imprese registrate – ha rimarcato Da Pozzo –: nel settore primario il 35%, nell’ospitalità circa il 40%, nell’assistenza sociosanitaria il 50, nel commercio il 30». Un fenomeno consistente che però, in Italia, non è ancora accompagnato da una normativa sufficiente per aiutare le donne a conciliare i tempi di lavoro e famiglia. E se pure il peso percentuale delle donne sul totale dei titolari d’impresa in Fvg è del 28,1%, significativamente al di sopra della media nazionale (25,6%), se pure la Camera di commercio si sta impegnando con strumenti come il Punto Nuova Impresa, le attività dell’Azienda speciale Ricerca&Formazione, il bando per sostenere gli start up aziendali femminili e giovanili, ci sono ancora tante donne che hanno bisogno di un pizzico di coraggio in più per mettersi (o ri-mettersi) in gioco. Ecco allora che esempi come quelli portati in Sala Valduga possono essere da stimolo: per riflettere, sì, ma anche per trarre la forza di lanciarsi. Ascoltando per esempio la passione e l’impegno di chi ha recuperato vecchi mestieri attualizzandoli, come Susy Guion, della Società agricola Te Cort, che si occupa di coltivazioni agricole e allevamento e gestisce un agriturismo; o Nella Caterina Olerni, presidente della cooperativa Aurora, che ha deciso di reinventarsi dopo anni di insoddisfacente lavoro dipendente dedicandosi a se stessa e al rispetto della natura, vendendo prodotti alimentari di origine biodinamica, biologica e naturale. O ancora chi ce l’ha fatta usando le nuove tecnologie, come Maria Gabriella Plazzotta, titolare della cartolibreria Moro di Tolmezzo, che ha scelto il web come strumento privilegiato di vendita, per abbattere i costi e ottenere una visibilità maggiore “sul mondo” o Marta Zaccaron, socia di Quasar, che realizza splendidi documentari e audiovisivi.
Tanti simboli tangibili, tanti esempi di talento messo in pratica con determinazione e impegno. Segno che davvero “se si vuole, si può”.