“L’intervento di recupero sull’intero sito dell’ex Amideria Chiozza di Perteole richiede risorse molto ingenti ed è a oggi proibitivo, ma se riuscissimo a mettere in sicurezza l’area dove si trova la macchina a vapore, che già da domani con piccoli interventi potrebbe essere rimessa in funzione, daremmo risposta alla comunità di Ruda, che tanta passione e interesse ha dimostrato per la salvaguardia del sito, e compieremmo il primo passo di un percorso di studio e valorizzazione dei siti di archeologia industriale in Friuli Venezia Giulia, una regione a storica vocazione industriale”.
Lo ha affermato la presidente della Regione Debora Serracchiani, inaugurando oggi a Ruda (UD), nella frazione di Saciletto, lo “Spazio Amideria”, un locale messo a disposizione dall’Amministrazione comunale, all’interno del quale l’Associazione che porta il nome della storica fabbrica di amido da riso potrà organizzare le attività connesse alla conoscenza e al rilancio del sito produttivo di località “La Fredda”.
“Forse perché abbiamo un così vasto patrimonio storico artistico – ha fatto notare Serracchiani – abbiamo tutelato e valorizzato meno di altri Paesi europei i nostri tesori di archeologia industriale, ma salvaguardarli e farli diventare protagonisti di veri e propri percorsi culturali e di interesse turistico sarebbe di grande importanza. Qui a Ruda abbiamo un sito veramente interessante, di rilevanza europea, e intervenire sulla copertura dell’area dove si trova la macchina a vapore è di certo il primo intervento da realizzare facendo leva su finanziamenti europei e statali”.
Serracchiani ha ricordato che anche la Regione, nei nuovi bandi per la cultura, ha compreso per la prima volta la valorizzazione e il recupero dei siti di archeologia industriale. Oltre al sindaco di Ruda Palmina Mian, all’inaugurazione è intervenuto il presidente dell’Associazione Amideria Chiozza Raffaele Caltabiano che ha tracciato un bilancio del primo anno di attività del sodalizio e ha confermato che le energie dei volontari per il futuro saranno canalizzate a concretizzare il Progetto “Riaccendiamo la macchina a vapore“.
Serracchiani ha visitato la mostra dei reperti allestita nello “Spazio Amideria”, ricavato dagli immobili che una volta costituivano il bar del piccolo paese e dove oggi trovano sistemazione gli archivi storici, a partire dal 1927 fino al 1976, e locali adibiti a studio e ricerche.
“Abbiamo stipulato – ha ricordato Catalbiano – un Accordo con l’Università di Udine per la sistemazione dell’archivio, che potrà diventare base per tesi di laurea o dottorati di ricerca, ma anche materia di consultazione e pubblicazione”.
La fabbrica, sulla strada che da Cervignano porta a Gorizia, nacque nel 1865 per volontà del chimico Luigi Chiozza, che inaugurò di fatto il ciclo chimico-industriale dell’estrazione dell’amido, prima dal frumento, poi dal mais e definitivamente dal riso. La particolarità di questo stabilimento, unico nel suo genere, consisteva nel metodo di lavorazione brevettato da Chiozza e nella piena sussistenza di macchine e metodi di lavorazione concepiti nell’Ottocento e rimasti in uso per più di un secolo. Dopo varie vicissitudini, la fabbrica chiuse definitivamente nel 1986, diventando un raro esempio di archeologia industriale.