I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Udine, nella nottata, durante un dispositivo di controllo del territorio odierna hanno individuato e controllato, nel comune di Gonars, un veicolo con targa polacca con a bordo un cittadino di nazionalità rumena. Nel corso del fermo, i finanzieri della Tenenza della Guardia di Finanza di Palmanova si accorgevano che all’interno del bagagliaio erano occultati 4 cagnolini (cuccioli di razza “shih tzu”) di età inferiore ai due mesi stipati in uno scatolone di cartone. Il cittadino rumeno era sprovvisto della necessaria documentazione attestante la provenienza e la tutela sanitaria degli animali e, soprattutto, i cuccioli erano (come documentato da un medico veterinario dell’ASL, intervenuto su attivazione dei militari) in pessime condizioni igienico-sanitarie. Inoltre, è stata rilevata l’assenza di qualsivoglia documentazione fiscale e, pertanto, il trasporto avveniva commercialmente “a nero”.
Come rappresentato in più occasioni da numerose associazioni animaliste, il fenomeno dei cuccioli importati clandestinamente in Italia costituisce un mercato illegale che genera fatturati per alcuni milioni di euro in quanto un cagnolino “straniero” vale economicamente fino a 20 volte meno del suo corrispettivo “italiano” rendendo particolarmente lucroso tale traffico. A livello esemplificativo, un cane di razza proveniente da un paese dell’est Europa può essere acquistato a quella sede a 200 euro ma, introdotto in Italia, può incrementare il proprio valore fino a 1500 Euro.
In questa tipologia di commercio, gli animali nascono all’estero in allevamenti a conduzione familiare o in vere “fabbriche di cuccioli”, strutture che ospitano decine o centinaia di fattrici per la riproduzione. Una volta raggiunti i 30-40 giorni di età, i piccoli sono caricati su camion o furgoni e trasportati nel nostro Paese in contesti in cui spesso manca il più banale controllo sanitario. Privi delle difese immunitarie, i cuccioli possono quindi contrarre malattie, anche mortali, come il cimurro e la parvovirosi. A seguito degli accertamenti effettuati, i finanzieri hanno denunciato a piede libero l’autista del mezzo per “traffico illecito di animali da compagnia” e “maltrattamento di animali”, violazione punita dall’art. 4 comma 1 della Legge 201/2010 e dall’art. 554 ter del C.P.. Pertanto, è stato posto sotto sequestro anche il mezzo di trasporto utilizzato e gli animali sono stati affidati alle cure del Centro di recupero per la fauna selvatica in difficoltà della Provincia di Gorizia.