Il teatro non è fatto soltanto di spettacoli che vanno in scena: seduto in platea, ogni spettatore porta con sé il ricordo di tanti altri allestimenti che ha visto e, assistendo alla rappresentazione, sviluppa nuove curiosità. Esercita la propria intelligenza teatrale. Da questa considerazione è nato il progetto Il teatro e il cielo, firmato dal critico Roberto Canziani per il “Giovanni da Udine”. Due incontri e una tavola rotonda, in programma – rispettivamente – nei giorni 15, 16 e 18 novembre, che accompagneranno il debutto nazionale del nuovo testo di Cesare Lievi: Il vecchio e il cielo (co-prodotto, ricordiamo, dal “Giovanni da Udine” e dal CSS Teatro stabile di innovazione del FVG).
«L’idea – spiega lo stesso Canziani – è quella di offrire agli spettatori, e non solo a loro, l’occasione di esercitare curiosità e intelligenza, sia percorrendo in video la poetica teatrale dell’autore e regista oggi al timone del “Giovanni da Udine” (molti dei suoi spettacoli sono stati ospitati e anche prodotti a Udine nelle scorse stagioni, e se ne vedranno, proiettate, alcune scene), sia mettendola in rapporto con i cambiamenti avvenuti nel teatro italiano e internazionale in questi ultimi decenni: perché sono davvero tante le strade verso cui si è indirizzato, trasformandosi, il teatro contemporaneo».
Ecco perciò, nelle giornate di lunedì 15 e martedì 16 novembre, come anticipo sul debutto dello spettacolo, i due incontri fatti di visioni e considerazioni: Il cielo sopra la fine del ‘900 e Il teatro di Cesare Lievi (entrambi alle 17.30, in Sala Stampa, a ingresso libero). Un modo per lanciare stimoli e disegnare l’orizzonte davanti al quale il pubblico potrà comprendere meglio e apprezzare tutte le ragioni di Il vecchio e il cielo.
Giovedì 18 novembre, giornata successiva al debutto, è quindi prevista una tavola rotonda intitolata Drammatico. E dopo? (ore 15.30, Sala Stampa, ingresso libero). Vi parteciperanno esperti provenienti dall’Italia e dall’estero, come Peter von Becker, Maria Grazia Gregori, Peter Iden, Valentina Valentini, oltre ad artisti e critici presenti a Udine in occasione della prima ma anche – è l’auspicio del “Giovanni da Udine” – un pubblico di spettatori, per affrontare sul piano dell’esperienza e delle riflessioni, e soprattutto della passione, tanti aspetti di un teatro che cambia.
Numerose le domande a cui si cercherà di rispondere. E’ sempre viva la figura del regista accentratore di fronte all’affermarsi, nel settore del teatro, di elaborazioni collettive, creazioni intersecate con altri media, cicli e studi, più che spettacoli? Esiste una linea di continuità tra i fondatori della regia critica in Italia – Visconti, Strehler – e la leva più recente di registi? E com’è passato di mano, tra due estremi distanti fra loro un cinquantennio, il testimone della produzione per la scena?
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