Udinese senza ali dunque in terra di Salento per la prima di campionato domani contro il Lecce. Entrambe gli uomini di fascia, reduci dagli impegno con le rispettive nazionali, no nsaranno dunque a disposizione di Guidolin che dovrà rinunciare anche a Benatia che si trascina una squalifica dal campionato scorso. Rebus formazione quindi per l’Udinese con il dubbio sulla difesa a 3 o a 4. In precampionato è stata provata più la difesa a 4 ma Guidolin ha lasciato intendere che il modulo a 4 non è affatto scontato anche se ci sentiamo di sbilanciarci con l’ipotesi 442. Dietro a destra Ekstrand, centrali Danilo e Domizzi, a sinistra Neuton, centrocampo a 4 con Basta a destra, Pasquale a sinistra Asamoah e Pinzi centrali, Torje ad appoggiare, probabilmente giocando fra le linee, capitan Di Natale.
IL LECCE (a cura di Nicola Angeli)
L’astinenza da massima serie sta per terminare, e dopo il rinvio del debutto causa serrata (più che sciopero) la serie A riapre i battenti. Per non farci mancare nulla ci siamo arrovellati buona parte dell’estate attorno al funesto preliminare di Champions, finis terrae della brama da grandi palcoscenici del tifoso friulano. Ad onor del vero, se di avversari illustri ci volessimo nutrire, la situazione del girone di Europa League è più che soddisfacente, con Atletico Madrid e Celtic Glasgow a stimolare le fantasie calciofile grazie al fascino emanato dalle loro casacche a striscie. Meno esotica, ma altrettanto importante, la sfida di domenica a Lecce. Al via del Mare, vista la manifesta volontà di disimpegno da parte della famiglia Semeraro, hanno dovuto fare i conti con un forte ridimensionamento del budget, allestendo comunque una formazione competitiva, forse anche più della stagione passata. Fra migliori ricordi udinesi nello stadio salentino i più indicano, a ragione, la doppietta con la quale nell’aprile del 2002 Di Michele (coadiuvato nella realizzazione della seconda rete da Saccani di Mantova) permise alla squadra guidata da Ventura di salvare un’annata critica. Non ci si deve però dimenticare dell’esuberante 97/98 quando, proprio alla seconda giornata, i bianconeri conquistarono i primi punti stagionali vincendo con lo stesso risultato di quattro tornei dopo. In quell’occasione l’allora ventiduenne Johnatan Bachini andò in rete dopo soli quindici secondi, lasciando inebetito il numero uno giallorosso Lorieri. Più tardi raddoppiò Locatelli, rendendo ilusoria la rete dell’uno a due messa a segno da Ciccio Palmieri. Nel torneo passato Lecce non ha regalato soddisfazione alcuna, spaventando con una secca sconfitta Guidolin e seguaci, timorosi di aver compromesso la rincorsa all’Europa dei grandi.
LO SCHIERAMENTO: Dopo un anno di serie B nella natia Pescara Eusebio Di Francesco ha ricevuto la chiamata giallorossa, accettata prontamente forse anche per ragioni di carattere cromatico, visti i suoi trascorsi alla Roma. Proprio nella capitale l’ex centrocampista abruzzese ha visto plasmare la sua identità tattica, diventando discepolo fedele di Zeman. In ragione di questo fa del 4-3-3 il suo schema di riferimento, proposto nelle panchine precedenti, a cominciare da quella del Lanciano, e confermato nel tacco d’Italia. Probabile formazione: Julio Sergio; Oddo, Tomovic, Esposito, Mesbah; Bertolacci (Strasser), Obodo, Giacomazzi; Piatti, Corvia, Di Michele.
IL CRACK: Agli anni in cui ha indossato la casacca dell’Udinese deve le sue migliori fortune, avendo realizzato il record personale di reti in campionato, raggiunto una qualificazione in Champions League ed essendo stato convocato in azzurro, ma è stato spesso imputato dai tifosi delle zebrette di mancare di riconoscenza. Le accuse non sono proprio campate per aria, tanto è vero che anche nelle successive destinazioni, raggiunte non di certo a piedi come si era prefisso, il rapporto con tutto quello che lo circondava non è mai stato idilliaco. Arrivato a Lecce sembra avere trovato, a trentacinque anni, la serenità che non ha mai avuto. Come andava di moda nei giudizi espressi dai professori delle scuole medie, per lui è corretto dire che avrebbe potuto fare di più, ma non si è applicato abbastanza. Il destinatario dell’appunto, come si sarà capito, è David Di Michele.