Udine 21 luglio 2011 – Lo sapevamo fin dall’inizio. Fin da quando su youtube si potevano vedere i gol di quel ragazzo cileno di 19 anni che era espèloso prima nel cmapionato cileno e poi nel River Plate. Lo sapevamo che sarebbe diventato un giocatore importante. E che il distacco sarebbe stato doloroso. Quello che forse nessuno si aspettava è che Alexis Sanchez diventasse così tanto forte. Tanto da diventare il giocatore più conteso del mercato estivo del 2011. Il primo contatto con il cileno, poco più che un enorme talento immaturo, ce lo ricordiamo contro il Tottenham quando alla sua prima palla, agganciata sulla destra, si esibì in due-tre doppi passi di fila prima di essere fermato dal difensore inglese. Da lì moltisisma la strada fatta da Sanchez. All’inizio Marino lo utilizza come cambio per una delle punte esterne del 433 che trasporta l’Udinese fino ai quarti di finale di Uefa che Sanchez gioca da titolare per l’infortunio al ginocchio di Di Natale. Una prima stagione che certifica l’enorme talento un po’ solista di Sanchez, dotato di un dribbling fulminante e di un gran tiro da fuori ch egli consente di totalizzare 32 presenze e tre gol. Nella stagione successiva dopo la partenza di Quagliarella e lo spostamento di Di Natale centrale Sanchez ha sempre più minuti da titolare e sempr epiù spesso sulla fascia destra che era sempre stato il suo ruolo naturale. Le prestazioni migliorano sensibilmente e l’Udinese crolla, nella terza stagione della gestione Marino, proprio in occaisone del suo infortunio muscolare che lo toglie dalla mischia. Quando rientra Sanchez trova in panchina De Biasi, una parentesi breve prima del ritorno del tecnico siciliano che nel girone di ritorno con Sanchez schiarato stabilmente a destra recupera una certa tranquillità in campionato e permette al cileno di portarsi più spesso in zona gol concludendo con 5 gol (4 nelle ultime 10 partite) e un gol importante ma non decisivo in semifinale con la Roma.
Agli ordini di Guidolin nell’ultima stagione l’esplosione definitiva. Dopo alcune diffcioltà iniziali Guidolin trova una nuova posizione meno defilata per Sanchez che si muove in posizione di trequartista o affiancando Di Natale in attacco. Una metamorfosi che permette al Niño di esplodere come uno dei migliori calciatori del campionato italiano che termina con 12 gol (tutti su azione) e 10 assist vincenti in 31 partite conducendo insieme ai compagni l’Udinese al preliminare di Champions League. Nelle partite con Cagliar e Palermo Sanche regala prestazione incredibili con cavalcate a tutto campo e gol a riaffica anche se forse la prestazione più importante rimance quella nello scontro diretto con la Lazio. Pur acciaccato Sanchez gioca da fermo dispensando gli assist che permettono di avere la maglio nella partita dell’anno. Come inevitabile le voci sull’interesse dei grand club per il cileno non tardano a farsi sentire. Inter, Juve, Manchester United, Manchester City, Chelsea e Barcellona si mettono in fila per parlare con la dirgenza friulana e il procuraotre Felicevich. Per Sanchez impegnato in Copa America c’è solo una scelta. Si chiama Barcelona. La possibilità di giocare al fianco di Messi è prioritaria su tutto e Sanchez insiste per la scelta blaugrana nonostante le offerte inglesi siano più allettanti. Dopo un estenuante tira e molla Udinese e Barcellona si accordano e Sanchez si trasferisce in Catalogna. I tifosi friulani salutano il grandissimo talento con le lacrime agli occhi. Però come si diceva lo sapevamo fin dall’inizio.