All’inizio non fu amore. C’è poco da dire. Guidolin appena arrivato a Udine fece fatica a trovare il rapporto con Di Natale. Le dichiarazioni dell’estate che dipingevano Di Natale come seconda punta “ha i movimenti ideali da seconda punta” non furono molto gradite al giocatore che dopo una annata straordinaria nel ruolo di punta centrale con Marino che gli permise di realizzare ben 29 gol vide probabilmente messa in discussione la sua leadership per fare posto a Denis fortemente voluto dal tecnico veneto. Dopo le prime partite però Guidolin si ricredette e trovò quel magnifico 3-5-1-1 con Sanchez in assistenza a Di Natale che lo spinse fino al terzo posto e l’attaccante napoletano a realizzare ben 28 gol. Dopo le prime settimane di difficoltà il rapporto si stabilì sul bello costante e i due divennero di fatto gli alfieri della squadra.
SECONDA STAGIONE: partito Sanchez l’Udinese si ritrovò una serie di giovani promesse e il ritorno di Floro Flores. La stagione, aldilà di un preliminare sfortunato ma ricco di errori, andò benissimo, Di Natale continuava a segnare ma intanto fra la critica e il pubblico cominciava a montare il dubbio sull’opportunità di insistere sul modulo 3-5-1-1. Le difficoltà di gennaio, anche per le assenze della coppa d’Africa, accentuarono in molti la convinzione che il 3-5-1-1 non fosse necessariamente la Bibbia. Si arriva alla partita di ritorno contro l’AZ Alkmaar negli ottavi di finale. Udinese all’inseguimento dopo la sconfitta per 2-0 dell’andata. Guidolin sceglia Floro come partner di Totò, scegliendo così il 3-5-2 anche se Floro aveva anche compiti di raccordo, ma nella ripresa sul 2-1 per i friulani Di Natale si dirige verso la panchina e chiede a qualcuno (Carnevale?) di dire a Guidolin di spostare Fabbrini, appena subentrato, sulla fascia destra. Il Mister era lì a fianco. Un segnale poco simpatico del rapporto fra i due. Subito dopo Fabbrini viene spostato sulla destra ma l’Udinese viene cmq eliminata. La stagione poi finisce trionfalmente addirittura con il terzo posto e il rapporto fra i due sembra molto saldo
TERZA STAGIONE: dopo un anno senza un vero partner l’Udinese sembra aver trovato il nuovo compagno per Di Natale. Muriel, talento colombiano, riportato a casa dopo un anno a Lecce, sembra pronto per affiancare il campione napoletano nell’attacco bianconero. Di Natale arriva in ritiro tardi dopo l’impegno ai campionati europei ma quando arriva Muriel comincia ad accusare i primi problemi fisici. In pratica i due giocheranno insieme solo uno spezzone di amichevole a Southampton. Si arriva al ritorno del preliminare di Champions con i bianconeri che al 72° subiscono il pareggio dei lusitani. Mancano 18 minuti per cambiare il risultato prima dei supplementari e Guidolin sceglie Maicosuel per sostituire Fabbrini. Il mister sceglie di giocarsi la partita dell’anno lasciando Muriel in panchina. Poi si parlerà dei problemi fisici che oggi bloccano Muriel fino a dicembre ma va anche detto che Muriel aveva giocato titolare 3 giorni prima in campionato contro la Fiorentina. In un post partita agitatissimo con Guidolin che pensa alle dimissioni si racconta di un Di Natale contrariato, molto contrariato, per il mancato ingresso di Muriel. Sarebbe stato però lo stesso capitano a rincuorare e tranquillizzare Mister Guidolin molto deluso per l’eliminazione in Champions League e davvero vicino a passare la mano. Ultimi highlights: Di Natale manda palesemente a quel paese Guidolin nella partita di Siena durante il match e il litigio due giorni prima della partita con il Genoa con allontanamento del capitano dall’allenamento mattutino. Alla base dell’ultimo litigio ci sarebbe la partita di Torino nella quale Totò – “la reliquia” come lo ha chiamato il Mister nel post partita – ha guardato l’intera partita dalla panchina