Il gruppo dei sei ha parlato forte e chiaro. Corradi, Di Natale, Handanovic, Pinzi e Zapata hanno chiamato a raccolta il tifo udinese, chiedendo il sostegno friulano per continuare a credere nel risultato più attraente. Con la severa sconfitta di Firenze, nel pomeriggio di domenica scorsa, pareva tutto molto più complicato. La sera, dopo la fortunosa vittoria della Roma a Bari, le sensazioni negative si sono acuite, lasciando spazio a prospettive estranee al piazzamento tanto desiderato. Ventiquattrore dopo la rinascita emotiva: l’ex Simone Pepe regalava ai bianconeri il consolidamento del distacco minimo dal quarto posto, alimentando nuovamente una speranza che sembrava essere già defunta. Grazie alla sua rete juventina l’ala di Albano ha messo in crisi la Lazio, attuale titolare dell’ultimo scranno utile per essere invitati al tavolo dei grandi. La stessa formazione capitolina sarà l’avversario di domenica allo stadio Friuli, per una partita che si annuncia appassionante. L’Aquila ha vissuto una grande annata, al di sopra delle proprie potenzialità. In questo momento, come l’Udinese, soffre il calo di forma che fino a oggi non aveva accusato. L’importanza della posta e la possibilità che a giovarsi delle proprie difficoltà siano i rivali cittadini della Roma hanno caricato di tensione l’ambiente governato dal pittoresco Lotito, che vede a ragione nel passaggio a nord est il momento decisivo del campionato. L’Udinese, ugualmente logora e condizionata da infortuni e squalifiche, dovrà saperne approfittare, per escludere una contendente e per non perdere terreno nei confronti dell’altra, rappresentata dai colori giallorossi di Totti e compagnia insultante.
LO SCHIERAMENTO: Sembrava difficile che, dopo gli anni fruttiferi di Napoli e la parte di campionato trascorsa in biancazzurro l’anno scorso, Edy Reja rinunciasse alla consolidata difesa a tre, per puntare su uno schieramento a quattro. Invece, nonostante sia anagraficamente il più anziano fra tutti i mister della massima serie, il tecnico di Lucinico ha manifestato la giusta propensione al cambiamento, laddove le modifiche fossero convenienti. A centrocampo prevede due mediani, che operano a protezione e supporto di un terzetto di mezzepunte, incaricate a loro volta di inserirsi e di cercare la giocata che rompa gli equilibri. In attacco un solo uomo a fare da riferimento. Disagio sulla trequarti sinistra dove il ruolo, come probabilmente accadrà domenica al Friuli, è stato interpretato nella maggior parte delle gare stagionali da Zarate, per niente entusiasta dei sacrifici che la posizione prevede. Probabile formazione: Muslera; Lichtsteiner-Biava-Dias-Garrido; Matuzalem-Brocchi; Gonzalez (Sculli)-Hernanes-Zarate; Floccari.
IL CRACK: Nel 2009 s’iniziò a parlare di un suo arrivo al Milan nel caso in cui Andrea Pirlo fosse stato ceduto in Inghilterra. Il bresciano non andò oltremanica e non se ne fece nulla, abortendo così i sogni del connazionale Leonardo, che vedeva in lui il giocatore adatto per rinforzare il centrocampo rossonero. Non si sbagliava l’attuale tecnico dell’Inter, perché Anderson Hernanes si è dimostrato immediatamente pronto e decisivo anche per il calcio europeo, rivelandosi il valore aggiunto della Lazio che sogna l’Europa munifica della Champions League. Conosciuto in Brasile come “O Profeta” lega la sua carriera in patria principalmente al San Paolo, ma è di Recife, capitale dello stato del Pernambuco. Ci deve essere un’aria speciale da quelle parti, capace di influenzare positivamente i giocatori di futebol quando calciano le punizioni (nel caso di Hernanes in maniera molto efficace). La stessa città ha, infatti, dato i natali a Juninho Pernambucano, grandissimo specialista del calcio piazzato che avrà sicuramente ispirato il concittadino.
acura di Nicola Angeli