17 Febbraio 2012 – A Gianpaolo Pozzo non è piaciuto vedere lo stadio Friuli diventare una sede in “trasferta” per l’Udinese, impegnata nell’andata dei sedicesimi di Europa League contro il Paok Salonicco. “Ci vorrà un po’ di tempo perché mi riprenda da quello che ho visto ieri sera”, scrive il patron friulano, dopo che nell’impianto di Udine si sono registrati poco più di seimila tifosi bianconeri e quasi lo stesso numero di greci. Pozzo, in una nota, deplora “quanto sta accadendo da molto tempo, e cioé la mancanza di una cornice di pubblico decente e di interesse verso una squadra e una società che stanno cercando di attrezzarsi per consolidare quanto di buono realizzato fino a questo momento”. Nemmeno l’ultima partecipazione alla Champions League ha saputo creare entusiasmo e attaccamento nei confronti di una squadra che, continuando in questa maniera – paventa – corre il serio rischio di andare incontro allo stesso declino che abbiamo visto a Trieste”. Ricordando il declino della Triestina, “società gloriosa, che negli anni ’50 era agli stessi livelli dell’Udinese attuale”, con un impianto bellissimo come il ‘Nereo Rocco’, Pozzo sostiene che “venendo meno la passione dei tifosi sono venute anche a mancare le condizioni per lo sviluppo delle ambizioni della società. E temo che a Udine possa ripetersi la stessa situazione. Una società per puntare in alto e per sperare di trattenere i giocatori migliori ha bisogno di affetto e di coinvolgimento della popolazione locale. Qui nel corso degli anni si sono fatte grandi cose, scivolate via con assoluta indifferenza, mentre la critica è stata puntuale, e a volte amplificata, in ogni minima circostanza”. “Noi accettiamo le critiche, ci mancherebbe, ma troppo spesso è mancato, e manca, il giusto contraltare. Sono amareggiato e credo che ci vorrà un po’ di tempo – conclude – per rimarginare le ferite create dallo ‘spettacolo’ ammirato ieri sera”
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