“Da questo edificio nel dicembre del 1916, Giuseppe Ungaretti fece uscire la prima edizione de “Il porto sepolto”, canto di dolore e di speranza dell’umanità straziata dalla guerra”. Così recita il testo inciso sulla targa scoperta ufficialmente oggi, 16 dicembre, all’esterno della sede dello Stabilimento Tipografico Friulano, in via di Prampero 13, in occasione del centenario dalla prima pubblicazione de “Il porto sepolto” di Giuseppe Ungaretti. “Questa pubblicazione iscrive la nostra città nella storia della poesia mondiale – sottolinea il sindaco di Udine, Furio Honsell –. Ringrazio l’assessore Pirone, l’Associazione dei Toscani in Friuli Venezia Giulia e modo in particolare il professor Sereni, che per primo lanciò l’idea di questa iniziativa, alcuni anni fa”. Oltre al primo cittadino del capoluogo friulano alla cerimonia sono intervenuti, tra gli altri, l’assessore alla Cultura, Federico Pirone, e l’assessore al Turismo, Alessandro Venanzi. Ospite d’onore il sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini, arrivato in città proprio per partecipare all’evento. Lo scoprimento della targa è stato preceduto dalla benedizione ufficiale di monsignor Luciano Nobile, parroco del Duomo, mentre a chiusura della cerimonia ha preso la parola Umberto Sereni, docente di Storia contemporanea all’Università degli Studi di Udine e promotore dell’iniziativa.
“Un fatto di un’importanza storica unica – sottolinea l’assessore alla Cultura, Federico Pirone – che lega per sempre la nostra città a uno dei più straordinari poeti italiani del Novecento. Ringrazio l’Associazione dei Toscani in Friuli Venezia Giulia per la collaborazione”. Esattamente un secolo fa, nel dicembre del 1916, lo Stabilimento Tipografico Friulano di via di Prampero pubblicò la primissima edizione, stampata in soli 80 esemplari, de “Il Porto sepolto” di Giuseppe Ungaretti, una silloge che rivoluzionò la poesia italiana contemporanea. In piena Grande Guerra, il soldato semplice Giuseppe Ungaretti, nato ventotto anni prima ad Alessandria d’Egitto, grazie all’aiuto del tenente Ettore Serra, ventiseienne spezzino e appassionato di poesia e poeta egli stesso, pose le basi per il completo rinnovamento della poesia italiana, che da allora non poté più essere quella di prima, aprendo la strada alle sperimentazioni ermetiche e simboliste.