Utilizzo del Web, Italia in zona retrocessione a livello europeo

Utilizzo del Web, Italia in zona retrocessione a livello europeo

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Una bocciatura in piena regola; al punto che, per porla in termini calcistici, siamo appena sopra la zona retrocessione, visto che si segnalano appena 4 Stati con performance inferiori a quelle del nostro Paese, che però hanno livelli di benessere e popolazione decisamente differenti. Parliamo del rapporto tra Italia e Internet, che stenta ancora a decollare e diffondersi del tutto, soprattutto in termini di shopping online. 

L’indagine dell’Eurostat. A realizzare l’ultima panoramica su questo argomento è stato l’Eurostat, che ha pubblicato sul suo sito un approfondimento specifico dedicato alle statistiche sulla propensione all’e-commerce degli individui europei, snocciolando una serie di dati piuttosto interessanti, sia riguardo l’Italia che, più in generale, sulla media riscontrata nei 28 Paesi dell’Unione Europea.

Internet ed eCommerce in Europa. Il primo “numero” su cui bisogna soffermarsi è quello dell’utilizzo medio di Internet: nei 28 Stati dell’Unione il livello raggiunge l’85 per cento, con punte di “eccellenza” riscontrate in Danimarca, Regno Unito e Germania, che viaggiano (anche abbondantemente, come nel caso dello Stato scandinavo) sopra il 90 per cento; l’Italia, però, nonostante i miglioramenti degli ultimi anni resta ancora sotto la media continentale, assestandosi al 73 per cento di popolazione che naviga sul Web.

Gli eShopper in Italia. Non stupisce, quindi, la grossa forbice registrata tra gli internauti e la “nicchia” degli eShopper: a fronte di una media europea che ha toccato quota 57 per cento, nel nostro Paese siamo fermi ancora al 32 per cento di persone che acquistano online, lontanissimi dalle performance di danesi, inglesi e tedeschi che, rispettivamente, arrivano a percentuali dell’80, dell’82 e del 75 per cento di utilizzo dell’eCommerce.

In zona retrocessione. Una tal condizione posiziona l’Italia sul fondo della classifica europea, al quintultimo posto sui 28 Stati, con prestazioni migliori (di poco) solo rispetto a Croazia, Cipro, Bulgaria e Romania, ovvero quattro nazioni che per storia, dimensioni e dinamiche economiche sono completamente differenti dallo Stivale. Ma l’Eurostat segnala anche alcuni trend in crescita per il nostro Paese, che lasciano ben sperare in merito a una inversione di rotta. 

Segnali positivi. In particolare, l’istituto europeo di statistiche rivela che l’Italia ha fatto registrare l’incremento maggiore di eShopper nei cinque anni compresi tra il 2012 e il 2017, con un balzo superiore ai 15 punti percentuali e un trend costante di crescita (un altro 10 per cento è cresciuto solo nell’anno tra 2016 e 2017). Accanto all’aumento quantitativo, poi, non mancano anche cambiamenti nelle abitudini dei consumatori tricolore, in certi casi anche molto notevoli e particolarmente evidenti.

Cambiano le abitudini degli italiani. È il caso della diffusione dei portali su cui ricercare codici sconto o coupon promozionali da “riscattare” sui marketplace online per ottenere riduzioni sui costi di vari prodotti; l’esempio migliore è rappresentato da Piucodicisconto, la piattaforma realizzata dalla start up italiana Tikato.it, che aggiorna con cadenza quasi giornaliera le sue offerte valide in oltre mille store online.

Ostacoli da superare. Insomma, ci sono dei segnali positivi che possono far pensare a un miglioramento generale del comportamento dell’Italia quando si parla di commercio digitale, anche se fondamentale in tal senso è la sensibilizzazione verso utenti ed aziende ad abbracciare con maggiore decisione l’eCommerce. Uno dei principali ostacoli fin qui riscontrati è quello legato all’utilizzo dei pagamenti “virtuali”, altro ambito in cui il nostro Paese sembra andare con un passo più lento rispetto alle nazioni più evolute, dove invece sistemi come carte (prepagate o di credito) e PayPal sono praticamente quotidiani.