Smascherare le bufale sui vaccini, perché ce ne sono a bizzeffe, e si propagano soprattutto attraverso la rete, ma non solo. Sostenere i medici nella loro azione di contrasto agli attacchi “anti-vax”, incoraggiando il dialogo, la verità scientifica, la sincerità dell’approccio a un tema molto delicato. Ribadire che se oggi si riesce a contenere l’espansione di alcune malattie è soltanto grazie alla scoperta e all’impiego dei vaccini. Sono questi gli obiettivi del dibattito pubblico intitolato “Vaccinazioni: la più grande scoperta per la sopravvivenza dell’umanità”, organizzato dall’Università di Udine in collaborazione con l’amministrazione comunale, in programma il 19 aprile alle 18, nell’aula 3 di via Tomadini.
All’iniziativa, che appartiene al ciclo destinato alla divulgazione scientifica propria dell’ateneo “Incontri fuori dal Comune”, parteciperanno Carlo Ennio Michele Pucillo, ordinario di Patologia generale e Immunologia all’Università di Udine con l’intervento “Agente infettivo e sistema immunitario: una lunga liaison dalla notte dei tempi”, Andrea Cossarizza, ordinario di Patologia generale e Immunologia all’Università di Modena e Reggio Emilia con l’intervento “Vaccini: truffe, leggende e realtà” e un testimonial d’eccezione: l’atleta paralimpico Andrea Lanfri. Un intermezzo di diffusione scientifica non tradizionale è offerto dalla compagnia teatrale “Topi da laboratorio” formata da un gruppo di giovani ricercatori. Modera l’incontro la giornalista Maria Santoro.
È prevista la discussione aperta al pubblico.
«Molti patogeni, ad esempio il vaiolo, fortunatamente eradicato grazie all’intervento della scienza medica, sono trasmissibili solo da uomo a uomo – sottolinea Carlo Pucillo -; questo significa che se la comunità alla quale apparteniamo è vaccinata e per questo protetta dalla circolazione dei virus, qualcuno potrebbe fraintendere lo stato complessivo di salute, attribuendolo alla scomparsa dei patogeni e convincendosi della sostanziale inutilità del vaccino”. Un errore imperdonabile se poi, a causa dell’abbassamento delle coperture, aggiunge il docente, “ne pagano le conseguenze gli immunodepressi. Per i quali, il contatto con il patogeno equivale a morte». Secondo Pucillo, «soltanto attraverso le vaccinazioni un giorno potremo sconfiggere altre malattie infettive definitivamente, ma sino a quando tutte non saranno debellate ne avremo bisogno. E dovremmo essere immensamente grati della loro esistenza. Per tutti questi motivi – conclude il professore – è del tutto inammissibile che un medico sia contrario alle vaccinazioni»
Sotto i riflettori anche l’aspetto economico, che non è trascurabile e riguarda, in primis, la spesa sanitaria. «Un paziente che contrae malattia e viene allettato in ospedale – rilevano gli esperti – costa 700-800 euro al giorno, un importo di gran lunga superiore al costo del vaccino più caro, quello per HPV (500 euro)».
Centrale, poi, il ruolo della famiglia: ai genitori gli addetti ai lavori chiedono maggiore senso di civiltà e responsabilità nell’affrontare il tema. E non si deve temere l’arena dei social network, «perché proprio su questa virtuale piazza si alimenta la “misinformation” globale, tra truffe e leggende e pregiudizi», evidenzia il professor Andrea Cossarizza coautore della pagina Facebook “Silvestri & Cossarizza, Medici & Scienziati”, assieme al collega Guido Silvestri (direttore del dipartimento di Microbiologia e Immunologia all’Emory University di Atlanta). «Numerosi genitori di tutta Italia hanno scelto di non proteggere la salute dei propri figli in nome della pseudoscienza – rileva Cossarizza -, un rifiuto che si proclama informato, ma che è ben lontano dalle verità scientifiche. Un rifiuto che continua a “favorire” la circolazione di virus e batteri, e mietere vittime».
Un monito viene rivolto anche a una certa politica, «che non dovrebbe sostituirsi alla scienza medica – taglia corto il docente -, soprattutto in cosi delicati frangenti. Mi piacerebbe ad esempio che i comuni di tutta Italia rifiutassero di concedere spazi pubblicitari a pagamento per associazioni no-vax».
Di grande impatto la testimonianza offerta da Andrea Lanfri, atleta paraolimpico, record italiano dei 100, 200 e 400 metri su pista, la cui parabola sportiva ascendente è iniziata nel 2015, successivamente alla bi-amputazione delle gambe e sette dita delle mani a causa di una meningite fulminante con sepsi meningococcica. Oggi corre con il gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre e si prepara alle prossime olimpiadi di Tokyo 2020.
«Non ero vaccinato, ero ignaro della malattia che in pochissimo tempo ha cambiato radicalmente la mia vita – racconta – e se lo fossi stato, l’avrei contratta comunque ma in forma molto più leggera e senza le evidenti conseguenze con le quali oggi convivo». Ecco perché, secondo Lanfri, «non consigliare i vaccini è assurdo e impensabile. Purtroppo – continua – sono i più piccoli a pagare le conseguenze delle scellerate scelte dei genitori, perché ancora non possono esprimere la volontà di essere protetti correttamente. In molti oggi stentano a credere al pericolo di queste terribili malattie infettive, e a loro voglio dire che è assurdo morire o rischiare di morire in questo modo, quando esistono farmaci capaci di proteggerci. I miei familiari oggi sono tutti vaccinati – conclude l’atleta – e in futuro se dovessi diventare padre, farei ovviamente lo stesso gesto d’amore per i miei figli».