Un “cambio di passo” sui vaccini anti Covid e una “revisione” di misure e regole del sistema tra zona rossa, zona arancione e zona gialla per contrastare la diffusione del coronavirus e arginare le varianti covid. Mentre si affaccia l’ipotesi di una zona arancione per tutta Italia, prendono forma le richieste delle Regioni, che dopo la riunione di oggi pomeriggio chiedono “un incontro urgente” al governo di Mario Draghi. A riferire quanto emerso durante l’incontro è Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna. “Lavoro comune ed intesa fra tutte le Regioni che nelle prossime ore presenteranno al governo una piattaforma di proposte in vista del prossimo Dpcm, nella convinzione che occorra un deciso cambio di passo nella campagna vaccinale e per la ripresa economica. Anche per questo abbiamo chiesto al Governo un incontro urgente”, spiega il presidente Bonaccini al termine della Conferenza delle Regioni.
“La priorità adesso – ha proseguito Bonaccini – è la campagna vaccinale. Sta andando a rilento. E questo non per disguidi organizzativi, o indisponibilità della popolazione. Il problema è nell’approvvigionamento. Per questo chiediamo al Governo di intraprendere ogni sforzo per reperire più dosi. Le Regioni sono a disposizione nelle forme e nei modi utili e possibili, a partire dal coinvolgimento diretto di aziende e filiere nazionali. È poi necessaria anche una verifica sul personale che occorrerà coinvolgere e stiamo già collaborando attivamente con il Governo per arrivare ad un accordo quadro con i medici di medicina generale”.
Poi, sulla suddivisione dell’Italia in zone: “Oggi abbiamo anche affrontato tutte le questioni che riguardano la revisione dell’attuale sistema di regole che definisce l’entrata e l’uscita dalle diverse zone. È necessaria una revisione ed una semplificazione con la contestuale revisione dei criteri e dei parametri di classificazione. Serve un respiro più lungo ed un’analisi approfondita dei luoghi e delle attività, anche in base ai dati di rischio già accertati. Non solo. Occorre che le misure siano conosciute con congruo anticipo e tempestività dai cittadini e dalle imprese. Tutte le Regioni hanno poi richiesto – ha concluso Bonaccini – che per i provvedimenti che introducono restrizioni particolari per singoli territori si attivino anche contestualmente gli indennizzi per le categorie coinvolte. Sia che si tratti di provvedimenti restrittivi regionali, sia che si tratti di provvedimenti nazionali”.
Un’altra proposta è stata lanciata dal presidente della Liguria, Giovanni Toti: “Istituire una zona gialla nazionale, che preveda maggiori aperture, come ad esempio sport, palestre e piscine, spettacolo, consentire ai ristoranti di scegliere se aprire a pranzo o a cena, per dare a tutti l’opportunità di lavorare”, ha spiegato Toti su Facebook.
“Regolamentare i passaggi di colore non solo su base regionale – ha aggiunto – ma soprattutto provinciale e comunale in modo da isolare le situazioni di rischio e le varianti dove è necessario. Anticipare la comunicazione del cambio di zona che non può arrivare a ridosso del passaggio stesso, in modo da consentire ai cittadini di programmare la propria vita”.
E ancora: “Cambiare alcuni parametri di valutazione del rischio (ad esempio dall’Rt sintomi all’Rt ospedalizzazioni, che tiene conto dei letti occupati negli ospedali) e allargare la cabina di regia in cui si decide anche ai Ministeri che valutano il danno economico e sociale delle misure prese”.
Non è da escludere, tuttavia, che possa ancora prevalere la linea della prudenza. Tradotto: Italia zona arancione per contrastare le varianti Covid e arginare la diffusione del contagio. Il Paese registra un aumento dell’indice Rt nazionale, che nel periodo 27 gennaio-9 febbraio è arrivato a 0.99 (range 0.95– 1.07), in crescita rispetto alla settimana precedente e con un limite superiore che comprende l’uno.
Il divieto di spostamenti tra le regioni scadrà il 25 febbraio. Se la proroga di tale divieto appare scontata, è da definire la forma che verrà adottata per varare le misure. Domani intanto entrano ufficialmente in zona arancione Campania, Emilia Romagna e Molise con misure e regole più severe -per spostamenti, scuola, bar e ristoranti- sulla base degli ultimi dati. L’Umbria, pure in zona arancione, con un’ordinanza regionale decreta la zona rossa nella provincia di Perugia.
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