Le caserme Cavarzerani, Piave e Osoppo, l’ex magazzino viveri e casermaggio di via Buttrio, l’ex Frigorifero, l’ex scuola Stringher, una parte del palazzo ex Colombatti, in via della Prefettura. Sono questi i primi immobili che verranno messi in gioco dal Programma unitario di valorizzazione territoriale dei beni pubblici (Puvat), l’innovativo protocollo sottoscritto venerdì 21 aprile a palazzo D’Aronco dal Comune di Udine, dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dall’Agenzia del Demanio. Con questo accordo – formalizzato dalle firme del sindaco di Udine, Furio Honsell, della presidente della Regione, Debora Serracchiani, e del direttore generale dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi – i tre enti si pongono l’obiettivo di definire insieme un piano di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico presente nella città di Udine per perseguire obiettivi comuni di razionalizzazione, risparmio della spesa, riqualificazione, riuso e valorizzazione del complesso degli immobili pubblici situati sul territorio comunale.
«Questo accordo pone le condizioni per gestire in modo integrato un importante piano di valorizzazione del patrimonio – osserva Honsell –. Un modello multilivello che potenzialmente è il più efficace per gestire operazioni molto complesse relative a edifici, quali ad esempio le caserme, che richiedono ingenti risorse per essere messe a norma».
«L’Agenzia del Demanio è sensibilmente impegnata da anni nell’attività di ottimizzazione e razionalizzazione degli spazi occupati dalle amministrazioni pubbliche con l’obiettivo di ridurre la spesa per gli affitti – sottolinea Reggi –. È fondamentale cogliere l’opportunità offerta dal Puvat, uno strumento aperto che qui a Udine consentirà di valorizzare sette beni, tre dello Stato e quattro del Comune, per un dotale di 350 mila metri quadri. Grazie alla collaborazione virtuosa con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e il Comune di Udine possiamo condividere obiettivi comuni e mettere in campo strategie per la riqualificazione, il riuso e la valorizzazione di importanti edifici pubblici, che potranno essere riconvertiti e destinati a nuove funzioni più utili alla cittadinanza».
Per la presidente Serracchiani, si tratta di «un accordo davvero importante, frutto di un lavoro di squadra a tutti i livelli – amministrazione comunale, regionale, statale con l’Agenzia del Demanio – che risponde pienamente al nostro principio di evitare il consumo di suolo, dando priorità al recupero di aree dismesse».
«Qui nell’area di Udine – ha aggiunto – iniziamo con sette immobili che si trovano in zone centrali, con l’obiettivo di trasformarli in uffici pubblici, con un significativo risparmio sulle locazioni».
Il primo atto di questa intesa riguarda la costituzione di un tavolo tecnico operativo che avrà il compito di analizzare le potenzialità di razionalizzazione, ottimizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico presente in città. Un’iniziativa che punta a «ridurre la spesa pubblica – si legge nel documento – e valorizzare gli immobili non funzionali agli usi pubblici», avviando «un programma di riuso degli immobili di proprietà pubblica che consenta di soddisfare le rispettive esigenze insediative nell’ambito di una azione di cooperazione istituzionale, tenendo anche conto degli esiti del processo di soppressione dell’ente provinciale». Il tavolo tecnico costituito dal Puvat effettuerà una ricognizione delle progettualità e delle esigenze insediative dei tre enti presenti in città partendo dall’elenco di strutture presente nell’accordo. Saranno poi definite le potenzialità di utilizzo e valorizzazione sul mercato degli immobili pubblici.
Immobili ed esigenze insediative. Come detto al momento sono sette i complessi immobiliari in gioco, tre di proprietà dell’Agenzia del Demanio (la caserma Cavarzerani, l’ex magazzino viveri e casermaggio di via Buttrio e una parte del palazzo ex Colombatti, in via della Prefettura) e quattro del Comune (le caserme Piave e Osoppo, l’ex Frigorifero, l’ex scuola Stringher), per un totale di 357.200 metri quadrati. Le strutture in questione dovranno dare risposte alle diverse esigenze segnalate dagli enti firmatari. Ministeri e amministrazioni centrali devono individuare infatti una nuova sede della Procura della Repubblica e creare un polo della giustizia efficiente e funzionale, ma anche una nuova sede della questura, che attualmente ha un costo di locazione. L’Agenzia del Demanio ha poi l’esigenza di individuare spazi per creare un polo archivistico delle pubbliche amministrazioni e razionalizzare la sede del Provveditorato. Senza dimenticare la necessità di trovare un’alternativa agli uffici di via Gorghi del ministero dell’Economia e delle Finanze, che dovranno essere dismessi entro il 2023. Il Comune di Udine ha bisogno invece di trovare una sede unitaria per l’Educandato Uccellis e individuare nuove sedi per gli uffici Bilancio, Istruzione e Sport, attualmente in locazione passiva. A ciò si aggiunge l’esigenza di razionalizzare gli spazi dell’ex Percoto.
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«Questo accordo pone le condizioni per gestire in modo integrato un importante piano di valorizzazione del patrimonio – osserva Honsell –. Un modello multilivello che potenzialmente è il più efficace per gestire operazioni molto complesse relative a edifici, quali ad esempio le caserme, che richiedono ingenti risorse per essere messe a norma».
«L’Agenzia del Demanio è sensibilmente impegnata da anni nell’attività di ottimizzazione e razionalizzazione degli spazi occupati dalle amministrazioni pubbliche con l’obiettivo di ridurre la spesa per gli affitti – sottolinea Reggi –. È fondamentale cogliere l’opportunità offerta dal Puvat, uno strumento aperto che qui a Udine consentirà di valorizzare sette beni, tre dello Stato e quattro del Comune, per un dotale di 350 mila metri quadri. Grazie alla collaborazione virtuosa con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e il Comune di Udine possiamo condividere obiettivi comuni e mettere in campo strategie per la riqualificazione, il riuso e la valorizzazione di importanti edifici pubblici, che potranno essere riconvertiti e destinati a nuove funzioni più utili alla cittadinanza».
Per la presidente Serracchiani, si tratta di «un accordo davvero importante, frutto di un lavoro di squadra a tutti i livelli – amministrazione comunale, regionale, statale con l’Agenzia del Demanio – che risponde pienamente al nostro principio di evitare il consumo di suolo, dando priorità al recupero di aree dismesse».
«Qui nell’area di Udine – ha aggiunto – iniziamo con sette immobili che si trovano in zone centrali, con l’obiettivo di trasformarli in uffici pubblici, con un significativo risparmio sulle locazioni».
Il primo atto di questa intesa riguarda la costituzione di un tavolo tecnico operativo che avrà il compito di analizzare le potenzialità di razionalizzazione, ottimizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico presente in città. Un’iniziativa che punta a «ridurre la spesa pubblica – si legge nel documento – e valorizzare gli immobili non funzionali agli usi pubblici», avviando «un programma di riuso degli immobili di proprietà pubblica che consenta di soddisfare le rispettive esigenze insediative nell’ambito di una azione di cooperazione istituzionale, tenendo anche conto degli esiti del processo di soppressione dell’ente provinciale». Il tavolo tecnico costituito dal Puvat effettuerà una ricognizione delle progettualità e delle esigenze insediative dei tre enti presenti in città partendo dall’elenco di strutture presente nell’accordo. Saranno poi definite le potenzialità di utilizzo e valorizzazione sul mercato degli immobili pubblici.
Immobili ed esigenze insediative. Come detto al momento sono sette i complessi immobiliari in gioco, tre di proprietà dell’Agenzia del Demanio (la caserma Cavarzerani, l’ex magazzino viveri e casermaggio di via Buttrio e una parte del palazzo ex Colombatti, in via della Prefettura) e quattro del Comune (le caserme Piave e Osoppo, l’ex Frigorifero, l’ex scuola Stringher), per un totale di 357.200 metri quadrati. Le strutture in questione dovranno dare risposte alle diverse esigenze segnalate dagli enti firmatari. Ministeri e amministrazioni centrali devono individuare infatti una nuova sede della Procura della Repubblica e creare un polo della giustizia efficiente e funzionale, ma anche una nuova sede della questura, che attualmente ha un costo di locazione. L’Agenzia del Demanio ha poi l’esigenza di individuare spazi per creare un polo archivistico delle pubbliche amministrazioni e razionalizzare la sede del Provveditorato. Senza dimenticare la necessità di trovare un’alternativa agli uffici di via Gorghi del ministero dell’Economia e delle Finanze, che dovranno essere dismessi entro il 2023. Il Comune di Udine ha bisogno invece di trovare una sede unitaria per l’Educandato Uccellis e individuare nuove sedi per gli uffici Bilancio, Istruzione e Sport, attualmente in locazione passiva. A ciò si aggiunge l’esigenza di razionalizzare gli spazi dell’ex Percoto.
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