Via libera al passaggio di Sappada alla Regione Friuli Venezia Giulia

Via libera al passaggio di Sappada alla Regione Friuli Venezia Giulia

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Via libera definitivo al passaggio del Comune di Sappada dalla Regione Veneto, a cui appartiene, alla Regione Friuli Venezia Giulia. L’Aula della Camera ha definitivamente approvato la proposta di legge in tal senso con 257 voti a favore, 20 contrari e 74 astenuti. Ad astenersi sono stati i deputati di Fi, Direzione Italia e Mdp. “Dispiace dirlo, ma con il voto di oggi, sul provvedimento per il distacco del Comune di Sappada dal Veneto al Friuli Venezia Giulia, il Parlamento italiano si è reso protagonista di una brutta pagina della storia democratica del nostro Paese. È stata messa in atto una forzatura ingiustificata, contro le legittime perplessità del Consiglio regionale del Veneto e contro l’articolo 132 della Costituzione, che in questo passaggio parlamentare non è stato in alcun modo rispettato”. Lo affermano in una nota congiunta Paolo Sisto e Renato Brunetta, deputato e capogruppo di Fi alla Camera.

Sappada, Fontanini: “Bentornata in Friuli”
Il presidente della Provincia di Udine consegnerà al Sindaco la bandiera del Friuli
“È una giornata storica per Sappada che ritorna in Friuli. La Provincia di Udine, nel cui territorio insiste il comune montano, dà il benvenuto ai Sappadini, comunità con una particolarità importante: l’antico dialetto tedesco parlato dalla popolazione”. E’ con grande soddisfazione che il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini commenta il voto odierno alla Camera che sancisce l’atteso passaggio di Sappada dal Veneto al Friuli. “Ha portato fortuna l’aver scelto di organizzare proprio quest’anno la festa del 3 aprile a Sappada – aggiunge Fontanini -. In quell’occasione tutte le istituzioni del Friuli hanno lanciato un forte segnale a sostegno delle aspettative e della volontà popolare di Sappada ovvero il passaggio alla Regione Fvg”. A coronamento dell’iter, il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini inviterà il sindaco di Sappada Manuel Piller Hoffer a palazzo Belgrado per consegnargli la bandiera del Friuli.

“A Roma si continua a banalizzare, si pensa che la cura, che sarebbe l’autonomia, si possa sostituire con amputazioni ad hoc”. E’ la reazione del presidente Luca Zaia al voto della Camera che ha approvato la legge per il distacco di Sappada dal Veneto, e l’aggregazione al Friuli Venezia Giulia. “Non è un caso – ha aggiunto il governatore – se 2,4 milioni di veneti sono andati a votare per il referendum sull’autonomia”. Ma la scelta a Roma, ribadisce, è di usare come cura “l’amputazione, invece di riconoscere che quella veneta è una questione cruciale”. “Oggi se ne va Sappada.
Domani sarà Cortina d’Ampezzo, poi chissà. Di questo passo daremo uno sbocco al mare al Trentino”, ha commentato con ironia Zaia. Per il presidente veneto è invece necessario prendere atto “che il Veneto è l’unico a confinare con due regioni a statuto speciale e fare una riflessione: i comuni che ci chiedono di andarsene lo fanno solo verso Friuli e Trentino, nessuno ci chiede di passare in Lombardia o in Emilia Romagna”

Un caloroso benvenuto ai Sappadini in Friuli Venezia Giulia e viva i referendum popolari con cui i cittadini esprimono direttamente la loro sovranità e utilizzano il più alto strumento di democrazia diretta previsto dalla nostra Costituzione!
Questo il primo commento della parlamentare Serena Pellegrino, vicecapogruppo di Sinistra Italiana alla Camera dei Deputati, al termine delle votazioni che hanno sancito sul distacco di Sappada dalla Regione Veneto e l’aggregazione del Comune al Friuli Venezia Giulia.

Dichiara la deputata udinese: “ Oltre alla questione delle avvilenti trattative e dei mercanteggiamenti pre elettorali tra partiti, concentratisi, la vicenda porta alla luce una specifica e grave criticità nello Statuto della Regione Friuli Venezia Giulia.
Nel momento in cui, votando a favore del passaggio di Sappada, riconosciamo il valore di una scelta forte e chiara, concretizzata con il referendum popolare, massimo strumento della manifestazione della volontà dei cittadini che spesso riesce a sovvertire le logiche di potere, si ripropone il problema, in Friuli Venezia Giulia, dell’obbligatorietà dell’associazione tra comuni, indipendentemente dal fatto che le comunità locali vogliano accorpamenti differenti.”
In occasione della modifica costituzionale dello Statuto della Regione speciale FVG – ricorda Pellegrino – avevamo chiesto, proponendo un emendamento che venne bocciato dalla maggioranza, che la definizione delle Unioni di Comuni avvenisse tramite referendum. L’esito di quel percorso di modifica statutaria fu l’imposizione dall’alto, da parte della Regione, di accorpamenti che portarono alla realizzazione delle unioni dei comuni e alla cancellazione tout court delle quattro province: unica regione in Italia.
Il passaggio di Sappada al Friuli Venezia Giulia ci impegna a riprendere la battaglia politica e parlamentare per ottenere che sia statutariamente prevista la consultazione popolare attraverso il referendum e l’approvazione dalla maggioranza dei cittadini sia per l’istituzione di nuovi comuni sia per modificare la loro circoscrizione: non può essere precluso ai cittadini l’uso dello strumento di democrazia diretta previsto dalla Costituzione per esprimere la sua sovranità e la sua volontà senza l’interposizione di rappresentanti intermedi. Non ridurrei, infine, la scelta compiuta da Sappada come un affare economico: il Friuli Venezia Giulia non è certo un paradiso fiscale né tantomeno il paese di bengodi.”

Ho messo il cuore a Sappada – dichiara Diego Navarria sindaco di Carlino e presidente della Comunità Linguistica Friulana – ed ora è giusto far festa. Tutto il Friuli deve far festa per il voto favorevole della Camera che ha approvato il ritorno di Sappada. Ho sostenuto la causa di Sappada in occasione della Festa della Patria del 3 aprile 2016 a Gradisca. Da lì i partito un movimento di opinione, sostenuto dall’Assemblea dei sindaci friulani, che ha fatto pressione sulla politica perché decida. Ma non lo dico per prendere meriti – e spero che nessuno se li intesti – perché il merito del risultato è tutto e solo dei sappadini che hanno avuto la convinzione, la costanza, direi la testardaggine di “tignî dûr”, di resistere per 10 lunghi anni di fronte aì mille trabocchetti della politica e della burocrazia. “Siamo friulani – han detto – e lo vogliamo essere anche dal punto di vista amministrativo”. Ora, per accoglierli degnamente in Friuli, serve il Friuli! Ma questa è un’altra battaglia. Ora facciamo festa.