I flussi migratori, l’espansionismo economico cinese, il paventato “conflitto di civiltà” sono solo alcuni dei grandi temi delle agende politiche internazionali che hanno stimolato e favorito, nel 2004, la nascita di vicino/lontano.
Rivolgendosi al cittadino comune – spesso globalizzato suo malgrado –, vicino/lontano ha voluto trasformare questi e altri nodi cruciali della contemporaneità in altrettante sollecitazioni a rimettere in discussione i propri paradigmi culturali e le proprie certezze di benessere; a interrogarsi sul senso più profondo della propria identità (arricchita o minacciata?); a confrontarsi con modelli troppo a lungo declinati secondo rappresentazioni parziali, interessate o “ingenue”, come la presunta sostenibilità ad infinitum dell’American way of life, o l’Oriente ridotto a “new age”.
Le risposte fornite dagli studi e dai dibattiti sul multiculturalismo non sempre riescono a varcare i confini dell’accademia o di un dover-essere politicamente corretto. E in ogni caso sono più spesso orientate ad accogliere-comprendere la differenza piuttosto che a scandagliare l’identità, o meglio “le” identità, ridefinendo, se necessario, il senso del proprio “essere occidentali” in un orizzonte e in un mondo i cui processi, nel bene e nel male, sono divenuti irreversibilmente “globali”.
È sul filo di questi argomenti, oggetto ormai di un dibattito di massa e certamente troppo semplificato, che l’associazione vicino/lontano propone un appuntamento culturale che, attraversando diversi ambiti disciplinari, dia vita in Friuli a un palcoscenico delle differenze e delle “diversità”, del confronto e del conflitto; a un’arena di discussione sul senso di identità – plurale e collettiva ma anche singolare –, oltre che su gerarchie e ruoli non più così certi, come dimostra la polarizzazione, e sempre più spesso la confusione, delle cosiddette opinioni pubbliche.
Una polarizzazione che è eminentemente culturale, dietro il conflitto politico – e oggi pesantemente economico –, e che rischia di rendere sempre più difficile, se non impossibile, il dialogo tra opposti “fondamentalismi”.
Su questo sfondo vicino/lontano ha iniziato un percorso che ha l’ambizione di gettare uno sguardo, il più ampio possibile, sulle culture “altre” – a partire dal punto di vista dell’“altro” – e sulle loro azioni/interazioni su e con i modelli dominanti e le loro logore pretese universalistiche.
Oggi più che mai, vicino/lontano intende orientare l’attenzione – attraverso la formula del confronto e del dibattito in pubblico e con il pubblico – sui mutamenti profondi che stanno investendo scienza, saperi, economie, storie e tradizioni, nella convinzione che solo a partire da un’analisi disincantata – e il più possibile plurale – delle trasformazioni che attraversano e ridefiniscono le nostre società, i nostri stili di vita e i nostri modelli di consumo sia possibile dotarsi di una plausibile visione del futuro e tentare di assumere comportamenti realistici e culturalmente/eticamente responsabili di fronte agli scenari presenti e ai processi in divenire.