Sarà Tosca, una delle più belle voci italiane, ad aprire giovedì 27 ottobre, alle 21, nel Teatro Verdi di Maniago, la 15.edizione del festival internazionale di musica Vocalia, e sul palco, con i suoi musicisti, porterà Morabeza speciale, il suono della voce, programma costruito per il festival che condurrà il pubblico nell’atmosfera di colore e di calore di un immaginario salotto sudamericano. Attraverso un dialogo continuo con il suo gruppo, la straordinaria cantante entrerà nel mondo musicale che ha amato, quello che la rappresenta ora e quello che è stato per lei un modello che ha determinato le sue scelte artistiche.
Intimo, raffinato, contaminato, contemporaneo, nato da un progetto della stessa Tosca, prodotto e arrangiato da Joe Barbieri con la regia di Massimo Venturiello, Morabeza al suo interno contiene canzoni originali, rivisitazioni in chiave attuale di classici della musica dal mondo, brani della tradizione che permettono all’artista di giocare con la sua voce in quattro lingue, oltre alla sua. Francese, portoghese, arabo, italiano e romanesco: una colorata giostra poliglotta che celebra l’intreccio e la contaminazione fra i popoli, l’accoglienza e l’ascolto come via di salvezza per l’uomo. A Maniago Tosca sarà accompagnata da Giovanna Famulari, violoncello, pianoforte e voce; Massimo De Lorenzi, chitarra; Elisabetta Pasquale, contrabbasso e voce; Luca Scorziello, batteria e percussioni e Fabia Salvucci, percussioni e voce.
Morabeza è una parola capoverdiana che esprime la nostalgia del passato prossimo, la sensazione di sottile dolore che accompagna i momenti più intensi e preziosi della nostra esistenza, la presa di coscienza della bellezza di un presente che apparterrà presto al passato e la certezza della nostalgia che si accompagnerà al ricordo. “Nel riuscire a godere delle piccole cose – afferma Tosca – c’è l’essenza della morabeza capoverdiana, che è anche il senso dello spettacolo. Riuscire ad amare quello che fai è il traguardo”.
Cantante, attrice, eclettica artista con un’innata propensione alla ricerca e alla sperimentazione, da questa sua poliedricità nascono diversi progetti speciali fra i quali si ricordano in teatro le appassionate interpretazioni negli spettacoli La strada di Fellini, Il borghese gentiluomo di Molière e Il grande dittatore di Chaplin, tutti al fianco di Massimo Venturiello, nonché le sue incursioni nel teatro sociale con I monologhi della vagina, Italiane e Donne come noi.
Collabora negli anni con i più grandi artisti italiani e internazionali, tra cui: Ivano Fossati, Nicola Piovani, Ennio Morricone, Chico Buarque, Ivan Lins, Riccardo Cocciante, Lucio Dalla, Renzo Arbore, Renato Zero e Ron con cui vince il Festival di Sanremo nel 1996.
Vince la Targa Tenco nel 1997 nella categoria migliore interprete, nel 2019 per il migliore album e a giugno 2020 con la vittoria di due Targhe Tenco per la miglior canzone singola con Ho amato tutto e come miglior interprete di canzoni per l’album Morabeza entra in un club riservato a pochissimi artisti italiani che sono riusciti a mettere a segno una doppietta in quello che è il premio più tecnico della musica italiana, assegnato da una giuria composta da giornalisti e esperti musicali.
Ha al suo attivo nove dischi in studio e sei live. Il suo ultimo lavoro in studio Morabezaesce a ottobre 2019 e conclude un lungo viaggio attraverso i paesi del mondo.
Nel 2020 ha partecipa alla 70. edizione del Festival di Sanremo con il brano Ho amato tutto di Pietro Cantarelli, con il quale si aggiudica il premio Giancarlo Bigazzi per la migliore composizione e il sesto posto in classifica.