Con l’estate oltre al caldo torna anche la solita, irreprimibile voglia di gelato. Un desiderio che in Friuli Venezia Giulia contribuiscono ad esaudire ben 332 imprese artigiane, con 1.311 addetti di cui 796 dipendenti. Un esercito di persone che ogni giorno dà forma all’alimento simbolo della stagione calda. Un gusto per ogni palato. Dai più tradizionali alle combinazioni più esotiche fino alle proposte gourmet. L’idea per l’estate 2021? Quella della pasticceria “d’Altri tempi” di Venzone. Nome: Mantecado. Un mix irresistibile di vaniglia, arancia candita e cioccolato fondente. Dentro c’è tutta l’arte del gelato artigianale, risultato di ingredienti di prima scelta, dove possibile a chilometro zero, e di un mestiere che non di rado si tramanda di padre in figlio, ma che purtroppo non sfugge alla consistente mortalità d’impresa che la pandemia ha accelerato. I dati elaborati da Nicola Serio, responsabile dell’ufficio studi di Confartigianato-Imprese Udine, parlano chiaro. Nell’ultimo anno la crisi economica indotta dal Covid ha inasprito un processo di calo numerico delle gelaterie e pasticcerie artigiane iniziato a partire dal 2014. In un anno, tra la fine del 2019 e del 2020, si sono perse infatti 10 imprese, che si sommano alle 17 venute meno tra 2014 e il 2019. In media 3,4 l’anno. «La pandemia ha colpito anche le gelaterie, ma grazie a una forte e determinata azione sindacale siamo riusciti quasi da subito a ottenere il via libera per riaprire le nostre attività. I clienti inizialmente potevano solo entrare ad acquistare il gelato per asporto, ma già questo, rispetto ad altri, e penso in particolare ai bar rimasti chiusi a lungo, è stato importante» dichiara il lignanese Giorgio Venudo, capocategoria dei gelatieri di Confartigianato-Imprese nazionale. «Abbiamo applicato da subito, con rigore, le norme di distanziamento e questo ci ha aiutati. L’aver dato sicurezza ai clienti è stato importante, ci ha consentito di tutelare loro e noi stessi e ci ha regalato grande riscontro». Un apprezzamento da parte della gente che ora, in zona bianca, caduto l’obbligo delle mascherine almeno all’aperto, sta tornando con prepotenza alle care, vecchie abitudini. Gelato compreso. «C’è grande voglia di libertà. Lo vediamo un po’ ovunque. Ma è la spiaggia che in questo momento ci regala una delle istantanee più emozionanti – continua Venudo -: l’immagine dei nonni, con i nipoti per mano, che tornano a godere della reciproca compagnia, di quella convivialità affettuosa che ci è stata tolta, compreso il piacere semplice e genuino di un gelato».
La provincia dove si conta il maggior numero di imprese è Udine con 157, seguita da Pordenone con 106, da Trieste con 35 e infine da Gorizia con 34. Totale: 332 aziende che in 71 casi hanno anche laboratori o sedi secondarie per un totale di 403 gelaterie effettivamente in attività sul territorio della regione.
Ma quanto vale il giro d’affari legato al gelato? Sempre secondo l’elaborazione dell’Ufficio studi le famiglie spendono in media poco meno di 6 euro al mese in gelato per un totale annuo di 70,5 euro che, moltiplicato per le quasi 563mila famiglie del Friuli Venezia Giulia, porta ad una spesa complessiva prossima ai 40 milioni di euro. Consumi che visti a giugno 2021 paiono aver abbracciato la ripresa, con una stima di crescita del 14% a livello nazionale per un fatturato complessivo di 2,8 miliardi di euro, poco meno di un terzo del mercato europeo.
Al giro d’affari specifico del settore delle gelaterie va poi aggiunto quello generato sulla filiera degli acquisti di prodotti agroalimentari, come latte, zuccheri, frutta fresca e altre materie prime, provenienti dalle eccellenze agricole italiane.
Nonostante la perdita di molte gelaterie – 27 in Fvg dal 2014 a oggi, ben 500 a livello nazionale – l’Italia rimane leader mondiale del settore, sia per numero di imprese sia per fatturato, grazie a 19mila imprese di gelateria e pasticceria, di cui 14.300 artigianali (76%), a cui si aggiungono altri 10mila bar e pasticcerie che vendono gelato artigianale. Danno lavoro a circa 150.000 addetti – di cui circa la metà nelle gelaterie e pasticcerie vere e proprie.