Walter Veltroni domenica 26 aprile presenterà il suo ultimo film, “I bambini sanno” a Cinemazero (Pordenone, ore 17.30) e al Cinema Ariston (Trieste, ore 20).
Dopo il grande successo
di “Quando c’era Berlinguer” – che lo vide super-ospite già lo scorso anno a Le Voci dell’Inchiesta – Veltroni torna a riflettere sull’Italia (e non solo), ma questa volta con gli occhi e la mente rivolti al futuro, intervistando 39 bambini dagli 8 ai 13 anni su temi come la vita, l’amore, le loro passioni, il rapporto con Dio, la crisi, la famiglia e l’omosessualità. Citando Saint Exupéry, “I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stufano di spiegargli tutto ogni volta”, il regista ne segue i passi “Saint Exupéry sapeva la verità sulla vita e conosceva le vie, segrete e tenui, per parlare al cuore, alla fantasia, al cervello dei bambini. Negli anni sessanta, camminando per le strade del nostro paese, si poteva trovare un bambino, da zero ai quattordici anni, ogni quattro abitanti. Oggi ce n’è uno ogni otto, la metà. Un paese in cui spariscono i bambini è un paese senza fiducia, senza voglia di futuro, più conservatore. È anche un paese con meno fantasia. E con meno poesia. Con meno gioco. Con meno ottimismo. Ho cercato di raccontare, attraverso le voci di trentanove bambini, il nostro tempo. I bambini non sono delle strane creature alla quali rivolgersi con quel tono fintamente comprensivo che gli adulti usano per comunicare con loro. I bambini hanno un loro mondo, un loro punto di vista, una loro meravigliosa sincerità. Questo film racconta come i nostri bambini osservano e giudicano l’Italia, la loro vita, i grandi, il futuro”. Trentanove bambini, dal nord al sud dell’Italia, ognuno intervistato nella propria stanza: la descrivono, lasciando che gli oggetti, le foto, gli arredi raccontino il proprio essere. La telecamera, che documenta in presa diretta le loro testimonianze, diventa il mezzo per guardare il mondo con gli occhi dei più piccoli, capire il loro punto di vista sulle “cose dei grandi”, conoscere i loro progetti futuri, i loro sogni e la loro opinione sui grandi temi della vita: amore, famiglia, religione, sessualità. un racconto da cui emergono le differenze tra le culture, le storie, e le origini di ognuno di loro. Dalle risposte dei più piccoli nascono così dei grandi insegnamenti per quegli adulti che li osservano ogni giorno, perciò alla domanda “cosa serve nella vita per essere felici?” Kevin 11 anni non ha dubbi: “sognare”. Marius, di anni ne ha 8, lo sguardo è furbo ma infelice, ha un sogno che nel corso del film si realizzerà. negli occhi dei piccoli testimoni appare il presente e il futuro dell’Italia, che idee e il tipo di approccio alla vita coltiva una nuova generazione di italiani, con che spirito vanno incontro all’amore, al futuro, all’amicizia, alle scelte, al lavoro e ai sogni.“
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