Luca Dorotea, in arte Doro Gjat, rapper friulano classe 1983 già voce del gruppo Carnicats, molto popolare in Friuli negli ultimi anni si è imposto come uno dei talenti dell’hip hop italiano meno allineato, di quel rap d’autore che, a suo modo, pesca anche dal cantautorato. “Vai fradi” (ReddArmy), il suo primo album solista, ha ricevuto consensi e attenzioni anche su mass media generalisti. Il video, uno dei brani emblematici dell’album, è stato pubblicato su Fanpage
“Realizzare una versione acustica di “Zenit”, nuovo estratto da “Vai fradi”, il mio primo album solista, è stata una conseguenza naturale della mia attività di questi ultimi tre anni in cui mi sono esibito dal vivo con una live band e, per lavorare al disco, mi sono avvalso della collaborazione di diversi musicisti. Certo, continuo a considerarmi un rapper: la mia “scuola” è quella delle rime grezze su un quattro quarti di batterie potenti e non quella di spartiti e teoria musicale. Tuttavia cominciare a lavorare a stretto contatto con dei musicisti mi ha messo di fronte a un infinito spettro di possibilità e ri-arrangiare Zenit in veste acustica è venuto spontaneo. Il brano aveva bisogno di un restyling per poter esprimere al meglio il suo messaggio perché rappresenta il lato chiaro di uno dei temi a me più cari e ampiamente sviluppati nel disco: l’emigrazione, la fuga dalla provincia, l’abbandono di casa e affetti per cercare fortuna altrove. In “Ferragosto”, primo singolo tratto da “Vai fradi”, affrontavo lo stesso tema ma con una patina di malinconia che non faceva presagire un lieto fine. Qui invece il lieto fine c’è sia nelle sonorità solari sia nel messaggio: cercare un posto dove il sole è allo Zenit (metafora di luoghi lontani, esotici e idealizzati da chi non li ha mai visitati) può sembrare l’unica via d’uscita dall’apatia della provincia, ma può allo stesso tempo rivelarsi uno sforzo inutile perché forse il sole è già allo zenit nel posto in cui vivi “ma se non alzi gli occhi è chiaro che non lo vedi”. Girare il video in quel posto fighissimo che è la cima del Matajur, sul confine con la Slovenia, con il drone di Fabio Pappalettera che ci girava attorno, e suonare il brano dal vivo, è stato faticoso, sia perché abbiamo fatto un numero infinito di take prima di considerarci soddisfatti, sia perché salire fin lassù con chitarre, aste, cavi, PC, scheda audio, drone e cane al seguito è stato quasi una missione impossibile! 🙂 “.
Fonte: http://music.fanpage.it/